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lunedì 31 dicembre 2012
Il giro del mondo lungo la linea dell'equatore
é dal che tengo un'agenda con segnati gli allenamenti fatti in bici poi anche a piedi e quelli fatti indoor. Negli anni l'ho cambiato e aggiornato per meglio adattarsi allo scopo iniziale per cui è stato creato, cioè incitarmi ad allenarmi.
Non sono caduto nell'errore si conseguire il record di km o ore di allenamento, ma prediligendo pià la qualità che la quantità, comunque vista in un ambito fittness.
Proprio un mesetto fa mi è venuta in mente di controllare quanti km ho percorso in mtb+corsa.
Erano quasi 40.000 peccato non fossero un traguardo più coreografico....dovrò aspettare altri anni per festeggiare i miei primi 50.000km.
Ma poi.....
Quanta è lunga la linea dell'equatore ? praticamente percorrendo la linea dell'equatore, quanti km faresti per tornare al punto di partenza ?
40.075 km...ottimo !!
19 Dicembre 2012 ore 13.00 circa in prossimità del canale Fiuma a Poviglio nel bel mezzo della pianura Padana in una giornata nebbiosa e uggiosa....
HO CONCLUSO IL MIO PRIMO GIRO DEL MONDO
Brindisi a base di Chinotto !!
Via...verso i 50.000 !!
Non sono caduto nell'errore si conseguire il record di km o ore di allenamento, ma prediligendo pià la qualità che la quantità, comunque vista in un ambito fittness.
Proprio un mesetto fa mi è venuta in mente di controllare quanti km ho percorso in mtb+corsa.
Erano quasi 40.000 peccato non fossero un traguardo più coreografico....dovrò aspettare altri anni per festeggiare i miei primi 50.000km.
Ma poi.....
Quanta è lunga la linea dell'equatore ? praticamente percorrendo la linea dell'equatore, quanti km faresti per tornare al punto di partenza ?
40.075 km...ottimo !!
19 Dicembre 2012 ore 13.00 circa in prossimità del canale Fiuma a Poviglio nel bel mezzo della pianura Padana in una giornata nebbiosa e uggiosa....
HO CONCLUSO IL MIO PRIMO GIRO DEL MONDO
Brindisi a base di Chinotto !!
Non funziona del tutto bene lo spruzzo
venerdì 28 dicembre 2012
Giornate Padane insolite
Ci sono giornate in val Padana dove il vento che scende dalle Alpe Piemontesi si scalda e rende il clima più piacevole.
Ci sono giornate dove questo vento tira insistentemente e pulisce l'aria e la rende limpida
Ci sono giornate dove con questa limpidezza se percorri gli argini del Po riesci a vedere tutto l'arco Alpino fino a che si incontra con l'Appennino e poi vedi tutto l'Appennino che riflette dove è coperto di neve
Ci sono giorni dove questo vento rende il cielo celeste e l'acqua del Po sembra pulita e celeste come non mai e lo stesso vento increspa la superfice che la rende similile ad un piccolo mare
Pultroppo sono pochi questi giorni, ma oggi è
Oggi sono andato in bici lungo gli argini di Po
Ci sono giornate dove questo vento tira insistentemente e pulisce l'aria e la rende limpida
Ci sono giornate dove con questa limpidezza se percorri gli argini del Po riesci a vedere tutto l'arco Alpino fino a che si incontra con l'Appennino e poi vedi tutto l'Appennino che riflette dove è coperto di neve
Ci sono giorni dove questo vento rende il cielo celeste e l'acqua del Po sembra pulita e celeste come non mai e lo stesso vento increspa la superfice che la rende similile ad un piccolo mare
Pultroppo sono pochi questi giorni, ma oggi è
Oggi sono andato in bici lungo gli argini di Po
domenica 23 dicembre 2012
Il BLOC del BLOG
In verità sarebbe il blocco dello scrittore, ma essendo il
blog tutto mio mi permetto un giochino di parole.
Considerando che è da Ottobre che devo aggiornarlo, e non lo
faccio, e continuo a rimandare, devo ammettere che sono stato colpito da questo
blocco.
Il vantaggio è che conosco le cause.
Non trovavo le parole per descrivere il bellissimo week-end
in Ottobre. L’ultimo week-end con l’ora legale per me è sempre
particolare…l’ultimo con la giornata lunga…quello più autunnale…quello dei colori
più esplosivi.
Programma esplosivo.
Sabato giro All-mountain a Santa Maria del Taro
Domenica Trekking al lago Santo parmigiano con la Tania.
Sabato il ritorno a Santa Marina del Taro
È sicuramente la location che più mi è piaciuta in questo
2012. Avevo in programma di tornarci e ci torniamo nel week-end migliore per i
colori e le temperature.
Con il grande Asch riusciamo a tracciare un percorso che
allunga l’itinerario che avevo percorso questa primavera e ci sarà il
Colonnello con noi….noi 3 è stato quasi il leitmotiv di quest’anno.
Partenza presto la mattina e ritrova all’ingresso
del’Autostrada dove troviamo il Melo che si aggiunge al nostro sparuto
gruppetto, anche se ritornerà prima a casa.
Il viaggio è lungo, ma arrivando alla fine della valle la
stretta gola che conduce a SM del Taro è affascinante. Ovviamente la gola è
formata dal fiume Taro.
La cosa che più mi piace del posto è l’ambiente molto
diverso da quello conosciuto nel resto dell’appennino emiliano.
Salita tranquilla a passo del Bocco dove la memoria ritorna
a quel tristissimo giorno dove la festa del passaggio del giro d’Italia si è
trasformata in tragedia con la morte del giovane ciclista belga Weylandt.
Il Melo si ferma a telefonare mentre noi facciamo qualche
foto al laghetto lì vicino….Il melo non lo rivedremo più !! Al pomeriggio
scopriamo che ha vagato solitario e trovato una bella discesa per SM del Taro
si è fermato al ristorante a mangiare funghi fritti e poi è ripartito verso
casa in perfetto orario !!! Un mito !!
Dopo si esce dal bosco e il paesaggio è impetuoso, si fa presto
a dimenticare una mezzora di dura salita con bici in spalla se dopo ti trovi in
un single track in mezza costa super panoramico !!
La prima discesa ci riporta a SM del Taro, niente di che ma
tutto meno che brutta o monotona.
Sosta pranzo…panini con nutella !!
Si risale…l’asfalto sì ma traffico zero. E poi quando
diventa sterrato è una goduria. Diga con laghetto, torrenti d’acqua,
costruzioni per il controllo idrico, gallerie, sentiero panoramico in mezza
costa !! cosa manca ? ok…allunghiamo la salita per arrivare al rifugio dove per
un paio di Euro ci scoliamo 2litri di Spuma !! Mitici !!
Piccola variante esplorativa poi il percorso comincia a
scendere. Grande discesa !!
Un piccolo problema alla bike mi costringe a rentrare
velocemente in paese lungo la statale...gli altri 2 sopravvissuti faranno un’altra
dura ma corta salita per finire con una gran discesa che finisce in pieno
centro a SM del Taro dove io li stavo aspettando bello stravaccato su una panchina
!!
Avevo tante aspettative in queso giro….tutte soddidsfatte !!
Dominca ancora nel parmigiano…lago Santo.
Ancora partenza a mattina presto.
Il bosco e la giornata sono stupende, quasi caldo.
Dopo la colazione al rifugio Lagoni si comincia con una dura
salita, circa 1 ora e davanti a noi il bellissimo lago santo.
Proseguiamo circunavigando il lago, e arrivati sull’altro
lato del rifugio riprendiamo a salire. Raggiungere il crinale è un bella
faticata, circa 1,5ora dal lago, ma il paesaggio in cresta è strepitoso !!
Proseguiamo lungo la cresta con passaggi anche impegnativi.
Sempre favoloso e vario il panorama. Se si guarda verso la pianura padana si
vedono nettamente le lingue di quello che una volta erano dei ghiacciai, le
creste sono dei denti affilati, dalla’alto vediamo il lago scuro (penso).
Guardando verso la Liguria
ci sono profondi e ripidissimi dirupi, e la in fondo il mare, il golfo di la Spezia.
La sosta pranzo la facciamo riparandoci dal vento, ma freddo
zero !! Rimaniamo in maglietta !!
Ancora un tratto in costa e poi si comincia a scedere verso
Capanne di Badignana. Anche qui non mancano pezzi difficili, visto che ci sono
almeno 10cm di foglie sotto di noi e in lacuni punti lastre di pietra lisce
come una lavagna !! Passare senza scivolare è stato impegnativo.
Non senza fatica arriviamo a Capanne di Badignana. Io adoro
questo posto….misterioso e affascinante !!
Il resto del giro è su forestale. Sembra tutto facile.
Arriviamo a rifugio Lagdei con vista sui omonimi laghi e poi solo il ritorno
verso l’auto. Quello che ho sbagliato è sottvalutare la strada per il
ritorno…sranno 4-5 km
che dopo le 6 ore di cammino non sono state una pacchia !!
Arriviamo alla macchina alla sera…stanchi e soddisfatti.
Grandioso giro
venerdì 12 ottobre 2012
FastaEpic....chi non lo conosce ?
Correva l'anno 2007...
....
...
Chi mi ama mi segua era il motto della giornata. Cosi ci siamo trovati io, Matteo bonori e il FastaBike.
Ovviamente sono arrivato in ritardo, per perdonarmi mi sono offerto un caffe e ho preso la mia macchina. Non per ultimo per penitenza visto il ritardo non mi sono fatto delle foto (solo una appena alzato). Così siamo arrivati a Febbio un poco tardi. Il giro ?? VOTO 10 !!! Partenza da Febbio, poi boschetto tecnico fino alla strada che da civago porta alla segheria. Il boschetto era ricoperto da foglie, uno strato che non ti permetteva di valutare bene il terreno, quindi è ancora più tecnico del solito. Strada fino in Segheria, con ben panorami verso la vlaae del Dolo perché oramai le piante sono prive di foglie.
Dopo Segheria si prosegue verso il Passo Forbici e poi il Passo Giovarello. Qui il sentiero è un vero letto di foglie, a tratti sembra di essere nella sabbia, molto bello. Al Passo Giovarello prima variante nuova. Si prosegue a piedi proseguendo la cresta della montagna in direzione della croce ben visibile dal Passo. Poi si sugueno i segni bianchi-rossi del CAI. Paesaggio stupendo a 360°, indescrivibile. La seconda parte doveva essere tutta in discesa, invece la discesa molto ma molto bella era intervallata da strappetti e alcuni momenti richiede molta concentrazione perché ci sono tratti esposti. E’ stato impegnativo perché completamente coperto di foglie, penso che se fatto a primavera sia un vero sballo !! Provare per credere. Variante promossa a pieni voti ma solo con il bel tempo, e io eviterei se il terreno è bagnato per via dei tratti esposti. Si arriva quindi al Passo Radici. Salita dura su bitume fino al cartello Lucca, poi a sinistra su strada forestale fino alle Basse di Saltello, tutto con gran panorama sulle alpi Apuane e bosco fiabesco.
Discesa tecnica verso Sant’Anna Pelago, con le foglie molto difficile, e poi prima di Sant’Anna si prosegue a sinistra su una bella forestale immersa in un bosco bellissimo. Anche questa variante per me nuova è stata promossa a pieni voti.
Arrivati sulla statale delle Radici ho proseguito diritti prorpio per evitare la statale stessa. La guida dove avevo preso le notizie diceva che era asfaltata, ma pultroppo è ora asfaltata, ma comunque non trafficata. Dopo una breve discesa, comincia la salita verso Piandelagotti.
Arrivati al paese ancora asfalto in salita per poi entrare nel bosco e quindi proseguire sempre in salita versa San Gimignano, dove dopo un breve tratto asfaltato ricomincia la strada carrabile che porta fino al Passo Giovarello fatto alla mattina. La salita è quindi molto lunga !! E il sole stava già andando dietro ai monti !!
Il percorso prosegue ora nel senso inverso fatto all’andata. Totale 6 ore e 30 !!!
Sono arrivato alla macchina dopo le 17.00 !! Se avessi forato dovevo chiamare il soccorso alpino!!!
Per farlo Sabato prossimo bisogna essere in bici a Febbio per le ore 9.30 massimo.
N.B. La prima parte nel boschetto è di difficile navigazione, il GPS non riceve mai bene.
N.B. I tratti a piedi sono comunque limitati.
N.B. Attenzione ai cacciatori
E poi correva l'anno 2008
....
....
FastaEpic era nato come un bel giro per finire la stagione di giri in alta montagna. L’arrivo delle basse temperature e le giornate più corte fanno che metà Ottobre sia una delle ultimissime date per andare dalle parti del Cusna. Fu un giro mitico (anche perché fatto in completa solitudine) quello del 2007, e complice le temperature miti della scorsa settimana, ho deciso di ripeterlo con piccole varianti…e quasi non riesco ancora a crederci…sono riuscito a migliorare il giro e renderlo uno tra i miei preferiti !! Mio personalissimo parere, ma la ritengo bello quanto Parco dell’Orecchiella.
Dopo Sabato FastaEpic diventerà per me una data fissa….circa a metà Ottobre, chi mi ama mi segua.
Arriva anche il momento di raccontarvi tutta la giornata.
Considerando che eravamo io e il Mitch siamo partiti ovviamente in ritardo, in ogni modo alle 9.20 eravamo al monumento ai caduti a Civago. L’anno scorso ero partito da Febbio (Rescadore, ma il giro diventa più duro, al ritorno essendo sera si vede poco nel boschetto finale e soprattutto volevo finire con la discesa che passa al rifugio San Leonardo).
Partenza dal monumento e ORRORE!!! BITUME.
E’ la regola per asfaltare le strade in un parco nazionale, farlo di nascosto, ma non preoccupatevi (per ora) sono stati asfaltati solo 150 metri.
Il bosco dell’abetina reale in Ottobre è il mio posto ideale, diventa ancora più affascinante quando tra i rami spogli s’intravede la valle del Dolo, cosa sempre preclusa durante l’anno dal rigoglioso fogliame. Il sentiero non è ancora coperto totalmente dalle foglie, così l’andatura è stato meno faticosa dell’anno scorso. Velocemente passiamo il rifugio segheria, il passo Forbici e arriviamo al Giovarello. Non male, è già passata un’ora e mezza.
Il passo Giovarello per me è uno dei posti più belli (forse il più bello) dell’Appennino, inutile descriverlo, se non mi capite ho solo un consiglio, andateci. Al passo abbiamo proseguito seguendo la cresta della montagna, volgarmente abbiamo giriato a destra, la bicicletta è un peso ingombrante in questo frangente, ma il panorama è a 360°…una meraviglia.
Se pensi di essere in un posto sconosciuto al resto del mondo, ti sbagli di grosso, quasi al culmine della salita abbiamo visto una ragazza che di corsa veniva verso di noi…minkia ke forza !!! Poi neanche tanto male !! Complimenti veramente sia per la prestazione fisica che per il fisico… Minkia mi si è ingrifato il Mitch !!!
Ovviamente se arriviamo al culmine vuole dire che dopo si scende…ke bella discesa….provare per credere…continui cambi di pendenza e breve salite, curve ampio raggio e curve più strette. Bello.
Arrivati in prossimità del passo Radici c’è da percorrere una stradaccia dove fervono già i lavori per la stagione invernale, sci ovviamente.
Al passo non ci siamo fermiati perché troppo presto (3 ore sono passate dalla partenza) e proseguiamo su bitume (breve 2-3 km) fin quasi a San Pellegrino. La salita è tosta e il mio stomaco non ne voleva più sapere di orari, è giunta ora di una piccola sosta. Così, arrivati al cartello Lucca svoltiamo su strada forestale a sinistra e decidiamo di fermarci nel punto panoramico. E’ la strada usata dai pellegrini per il loro cammino, strada di scambi commerciali e di incontri. Anche noi facciamo i nostri incontri.
Proprio dove decidiamo di fermarci c’era un anziano intento a disseppellire una moneta da sotto terra. E’ stato il suo metal-detector a trovarla. Ho il piacere anche di tenerla in mano, e di provare a vedere, attraverso il segno dei tempi, di che moneta si trattasse. Era un 2 centesimi del tempo del regno d’Italia…in sostanza una moneta di 100 anni. Nel mio immaginario io stavo mangiando il mio snack nel medesimo punto dove 100 or sono un pellegrino era in procinto di consumare il suo misero pasto, prima di proseguire il cammino verso Roma, oppure ero lì dove 100 anni fa un abitante del luogo vendeva i suo formaggi ai viandanti….quanto mi piace quel posto…oggi ancora di più.
Trafficato lo è ancora, infatti arriva anche una guida da non so dove con due turisti e ci mettiamo a chiacchierare con loro. Sono 3 giorni che fanno trekking tra Toscana e Liguria.
Il bosco che viene successivamente attraversato dal nostro cammino, è un posto molto simile a quelli delle fiabe che ho sempre immaginato. Siamo sullo spartiacque tra Toscana ed Emilia…se l’acqua cade a sinistra arriverà al secchia, Po, poi al mediterraneo…se l’acqua cade a destra arriverà al Serchio e poi sfocerà nel Tirreno.
Sono sali-scendi piacevoli prima di una lunga discesa impegnativa, per via dei sassi grossi e instabili, che ci ha portato in prossimità di Sant’Anna Pelago.
Le piste da sci di fondo ci hanno condotto, ancora attraverso il bosco, alla statale delle Radici.
Attraversata questa si prosegue su bitume, prima in discesa poi in salita. La discesa è piacevole, perché mentre si scende si può ammirare il panorama sulla valle del Dragone. La discesa finisce proprio sul ponte di tale Torrente…acque limpide da permetterci di vedere una trota nuotarci. La salita ci permette di ammirare bene il Sasso del Corvo, una grandissima roccia molto maestosa con un colore e dei riflessi che la rendono inquietante.
Arrivati a Piandelagotti ancora poco asfalto (sono un totale di 8km di strada senza traffico) e poi si rientra nel bosco, qualche strappo e siamo a Prati Fiorentini, si prosegue per San Gimignano e poi ancora per il Giovarello.
Arrivati al passo il gioco è fatto, ora solo discesa. Intanto siamo a 5,5 ore dopo la partenza.
Scendiamo velocemente al Forbici sulla medesima strada fatta all’andata, ma prima di arrivare alla Segheria ecco che a destra compare come una visione, un nuovo sentiero, un cartello celeste indica San Leonardo (e non San Lorenzo come l’ho chiamato tutto il giorno!!), invitante troppo per uno che non resiste alle tentazioni, e poi ero convinto che fosse un bel sentiero da fare.
Volete sapere come è?
Fatelo e basta.
Ok manca da raccontarvi delle due chiacchiere che abbiamo fatto con i ragazzi che hanno okkupato il San Leonardo per farsi un week-end grigliata vino e aria buona e arriviamo alla macchina.
6,5 ore non male.
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Chi mi ama mi segua era il motto della giornata. Cosi ci siamo trovati io, Matteo bonori e il FastaBike.
Ovviamente sono arrivato in ritardo, per perdonarmi mi sono offerto un caffe e ho preso la mia macchina. Non per ultimo per penitenza visto il ritardo non mi sono fatto delle foto (solo una appena alzato). Così siamo arrivati a Febbio un poco tardi. Il giro ?? VOTO 10 !!! Partenza da Febbio, poi boschetto tecnico fino alla strada che da civago porta alla segheria. Il boschetto era ricoperto da foglie, uno strato che non ti permetteva di valutare bene il terreno, quindi è ancora più tecnico del solito. Strada fino in Segheria, con ben panorami verso la vlaae del Dolo perché oramai le piante sono prive di foglie.
Dopo Segheria si prosegue verso il Passo Forbici e poi il Passo Giovarello. Qui il sentiero è un vero letto di foglie, a tratti sembra di essere nella sabbia, molto bello. Al Passo Giovarello prima variante nuova. Si prosegue a piedi proseguendo la cresta della montagna in direzione della croce ben visibile dal Passo. Poi si sugueno i segni bianchi-rossi del CAI. Paesaggio stupendo a 360°, indescrivibile. La seconda parte doveva essere tutta in discesa, invece la discesa molto ma molto bella era intervallata da strappetti e alcuni momenti richiede molta concentrazione perché ci sono tratti esposti. E’ stato impegnativo perché completamente coperto di foglie, penso che se fatto a primavera sia un vero sballo !! Provare per credere. Variante promossa a pieni voti ma solo con il bel tempo, e io eviterei se il terreno è bagnato per via dei tratti esposti. Si arriva quindi al Passo Radici. Salita dura su bitume fino al cartello Lucca, poi a sinistra su strada forestale fino alle Basse di Saltello, tutto con gran panorama sulle alpi Apuane e bosco fiabesco.
Discesa tecnica verso Sant’Anna Pelago, con le foglie molto difficile, e poi prima di Sant’Anna si prosegue a sinistra su una bella forestale immersa in un bosco bellissimo. Anche questa variante per me nuova è stata promossa a pieni voti.
Arrivati sulla statale delle Radici ho proseguito diritti prorpio per evitare la statale stessa. La guida dove avevo preso le notizie diceva che era asfaltata, ma pultroppo è ora asfaltata, ma comunque non trafficata. Dopo una breve discesa, comincia la salita verso Piandelagotti.
Arrivati al paese ancora asfalto in salita per poi entrare nel bosco e quindi proseguire sempre in salita versa San Gimignano, dove dopo un breve tratto asfaltato ricomincia la strada carrabile che porta fino al Passo Giovarello fatto alla mattina. La salita è quindi molto lunga !! E il sole stava già andando dietro ai monti !!
Il percorso prosegue ora nel senso inverso fatto all’andata. Totale 6 ore e 30 !!!
Sono arrivato alla macchina dopo le 17.00 !! Se avessi forato dovevo chiamare il soccorso alpino!!!
Per farlo Sabato prossimo bisogna essere in bici a Febbio per le ore 9.30 massimo.
N.B. La prima parte nel boschetto è di difficile navigazione, il GPS non riceve mai bene.
N.B. I tratti a piedi sono comunque limitati.
N.B. Attenzione ai cacciatori
E poi correva l'anno 2008
....
....
FastaEpic era nato come un bel giro per finire la stagione di giri in alta montagna. L’arrivo delle basse temperature e le giornate più corte fanno che metà Ottobre sia una delle ultimissime date per andare dalle parti del Cusna. Fu un giro mitico (anche perché fatto in completa solitudine) quello del 2007, e complice le temperature miti della scorsa settimana, ho deciso di ripeterlo con piccole varianti…e quasi non riesco ancora a crederci…sono riuscito a migliorare il giro e renderlo uno tra i miei preferiti !! Mio personalissimo parere, ma la ritengo bello quanto Parco dell’Orecchiella.
Dopo Sabato FastaEpic diventerà per me una data fissa….circa a metà Ottobre, chi mi ama mi segua.
Arriva anche il momento di raccontarvi tutta la giornata.
Considerando che eravamo io e il Mitch siamo partiti ovviamente in ritardo, in ogni modo alle 9.20 eravamo al monumento ai caduti a Civago. L’anno scorso ero partito da Febbio (Rescadore, ma il giro diventa più duro, al ritorno essendo sera si vede poco nel boschetto finale e soprattutto volevo finire con la discesa che passa al rifugio San Leonardo).
Partenza dal monumento e ORRORE!!! BITUME.
E’ la regola per asfaltare le strade in un parco nazionale, farlo di nascosto, ma non preoccupatevi (per ora) sono stati asfaltati solo 150 metri.
Il bosco dell’abetina reale in Ottobre è il mio posto ideale, diventa ancora più affascinante quando tra i rami spogli s’intravede la valle del Dolo, cosa sempre preclusa durante l’anno dal rigoglioso fogliame. Il sentiero non è ancora coperto totalmente dalle foglie, così l’andatura è stato meno faticosa dell’anno scorso. Velocemente passiamo il rifugio segheria, il passo Forbici e arriviamo al Giovarello. Non male, è già passata un’ora e mezza.
Il passo Giovarello per me è uno dei posti più belli (forse il più bello) dell’Appennino, inutile descriverlo, se non mi capite ho solo un consiglio, andateci. Al passo abbiamo proseguito seguendo la cresta della montagna, volgarmente abbiamo giriato a destra, la bicicletta è un peso ingombrante in questo frangente, ma il panorama è a 360°…una meraviglia.
Se pensi di essere in un posto sconosciuto al resto del mondo, ti sbagli di grosso, quasi al culmine della salita abbiamo visto una ragazza che di corsa veniva verso di noi…minkia ke forza !!! Poi neanche tanto male !! Complimenti veramente sia per la prestazione fisica che per il fisico… Minkia mi si è ingrifato il Mitch !!!
Ovviamente se arriviamo al culmine vuole dire che dopo si scende…ke bella discesa….provare per credere…continui cambi di pendenza e breve salite, curve ampio raggio e curve più strette. Bello.
Arrivati in prossimità del passo Radici c’è da percorrere una stradaccia dove fervono già i lavori per la stagione invernale, sci ovviamente.
Al passo non ci siamo fermiati perché troppo presto (3 ore sono passate dalla partenza) e proseguiamo su bitume (breve 2-3 km) fin quasi a San Pellegrino. La salita è tosta e il mio stomaco non ne voleva più sapere di orari, è giunta ora di una piccola sosta. Così, arrivati al cartello Lucca svoltiamo su strada forestale a sinistra e decidiamo di fermarci nel punto panoramico. E’ la strada usata dai pellegrini per il loro cammino, strada di scambi commerciali e di incontri. Anche noi facciamo i nostri incontri.
Proprio dove decidiamo di fermarci c’era un anziano intento a disseppellire una moneta da sotto terra. E’ stato il suo metal-detector a trovarla. Ho il piacere anche di tenerla in mano, e di provare a vedere, attraverso il segno dei tempi, di che moneta si trattasse. Era un 2 centesimi del tempo del regno d’Italia…in sostanza una moneta di 100 anni. Nel mio immaginario io stavo mangiando il mio snack nel medesimo punto dove 100 or sono un pellegrino era in procinto di consumare il suo misero pasto, prima di proseguire il cammino verso Roma, oppure ero lì dove 100 anni fa un abitante del luogo vendeva i suo formaggi ai viandanti….quanto mi piace quel posto…oggi ancora di più.
Trafficato lo è ancora, infatti arriva anche una guida da non so dove con due turisti e ci mettiamo a chiacchierare con loro. Sono 3 giorni che fanno trekking tra Toscana e Liguria.
Il bosco che viene successivamente attraversato dal nostro cammino, è un posto molto simile a quelli delle fiabe che ho sempre immaginato. Siamo sullo spartiacque tra Toscana ed Emilia…se l’acqua cade a sinistra arriverà al secchia, Po, poi al mediterraneo…se l’acqua cade a destra arriverà al Serchio e poi sfocerà nel Tirreno.
Sono sali-scendi piacevoli prima di una lunga discesa impegnativa, per via dei sassi grossi e instabili, che ci ha portato in prossimità di Sant’Anna Pelago.
Le piste da sci di fondo ci hanno condotto, ancora attraverso il bosco, alla statale delle Radici.
Attraversata questa si prosegue su bitume, prima in discesa poi in salita. La discesa è piacevole, perché mentre si scende si può ammirare il panorama sulla valle del Dragone. La discesa finisce proprio sul ponte di tale Torrente…acque limpide da permetterci di vedere una trota nuotarci. La salita ci permette di ammirare bene il Sasso del Corvo, una grandissima roccia molto maestosa con un colore e dei riflessi che la rendono inquietante.
Arrivati a Piandelagotti ancora poco asfalto (sono un totale di 8km di strada senza traffico) e poi si rientra nel bosco, qualche strappo e siamo a Prati Fiorentini, si prosegue per San Gimignano e poi ancora per il Giovarello.
Arrivati al passo il gioco è fatto, ora solo discesa. Intanto siamo a 5,5 ore dopo la partenza.
Scendiamo velocemente al Forbici sulla medesima strada fatta all’andata, ma prima di arrivare alla Segheria ecco che a destra compare come una visione, un nuovo sentiero, un cartello celeste indica San Leonardo (e non San Lorenzo come l’ho chiamato tutto il giorno!!), invitante troppo per uno che non resiste alle tentazioni, e poi ero convinto che fosse un bel sentiero da fare.
Volete sapere come è?
Fatelo e basta.
Ok manca da raccontarvi delle due chiacchiere che abbiamo fatto con i ragazzi che hanno okkupato il San Leonardo per farsi un week-end grigliata vino e aria buona e arriviamo alla macchina.
6,5 ore non male.
lunedì 8 ottobre 2012
AM Monte Tondo
AM è la parola giusta per descrivere questa piccola
grande avventura.
All Mountain…tutta montagna….salite…discese…a piedi..sui
pedali…rifugi zero…panorami da urlo, ma ciclabilità limitata.
Perché farlo ??
Semplicemente per scoprire posti nuovi, testare sentieri
mai provati, subire il fascino dell’esplorazione, soffrire e resistere, godere
dei profumi e colori che solo l’autunno in alta montagna può
regalare.
Ligonchio è la base di partenza, per la precisione Laghi
nel campo da calcio dove c’è anche una fontana.
Artefice del giro FabioAsch, in nostra compagnia
l’innominabile.
Ore 9.15 si parte sui pedali e l’aria fresca del mattino
non raggiunge i 10°.
Prima tappa è rifugio Rio Re dove troviamo
inaspettatamente un elevato numero di macchine che si sono inoltrate su questa
carraia per andare a funghi. Di solito è un posto desolato, invece oggi pullula
di gente, cacciatori e fungaioli, qualche escursionista come d'altronde lo siamo
noi.
Dopo il rifugio si comincia a spingere. Qui era
previsto, ma comunque già mi rendo conto che il mio stato di forma non è dei
migliori e si preannuncia una giornata dura.
Saliti sul crinale l’ambiente circostante è splendido,
io continua a seguire i miei compari cercando di risparmiarmi (non mi fido di
loro !! Oggi mi faranno morire !!). Dopo un breve ma divertente discesa
risaliamo un poco e arriviamo a Passo Pradarena. Il rifugio, il Caval Bianco.
Come al solito è stupendo…non l’ho mai visto con la neve…chissà se in
futuro…
Qui decidiamo il giro. Finora tutto è ok. Mentre
mangiamo decidiamo di fare la parte incognita visto che la bella giornata perché
non approfittare ?
Partiamo verso il Cerreto ma poco dopo deviamo sulla sx
per scendere sul versante Toscano.
Procediamo con fatica. Frequenti sono gli strappi molto
dei quali da fare a spinta.
Alcuni li facciamo in bike (almeno in parte), altri
tratti il sentiero è stretto e scavato che difficilmente riusciamo a pedalare
visto che le pedivelli toccano il terreno o gli arbusti. Procediamo con lentezza
e sprecando tante energie. L’ambiente circostanze è però molto
bello.
Ci accompagnano dei cavalli
E la luna
Non manca la sosta pranzo
Procediamo molto lentamente fino ad arrivare alla
discesa in prossimità del monte Tondo che si preannuncia
bella.
La discesa è più bella del previsto. La prima parte si
corre su un letto di foglie, con drop naturali, alcuni tornantini stretti ma la
bici derapa facilmente sul letto di foglie. La seconda parte cambia deciamente
il ritmo diventando molto rock and roll.
Abbiamo perso tutto il dislivello fatto finora.
Risaliamo per 8km su forestale. Salita tranquilla ma
oramai è pomeriggio e le forze cominciano a diradarsi. Appena prima del rifugio
(Rifugio monte Tondo) si apre una specie di balcone sulla Garfagnana.
Spettacolo.
Il rifugio è pultroppo chiuso.
Mangiamo tutto ciò che è
negli zaini ed è commestibile, almeno in apparenza. Io mangio 3 barrette ai
cereali. Una barreta era oramai scolorita…forse era nello zaino dall’anno
scorso…forse era la cosidetta razione Kappa, la scorta da utilizzare in caso di
emergenza, ma ho troppa fame.
Ripartiamo su una ripida rampa così che in 10min abbiamo
sprecato tutta l’energia recuperata durante la sosta al rifugio. Ancora porting
e torniamo sul sentiero fatto precedentemente.
Ora seguiamo il sentiero al contrario. In questo senso è
molto più pedalabile. La vista tutt’attorno è ancora spettacolo. Arrivati in
prossimità del Passo Pradarena…il fattaccio !!
Il fattaccio !!
Asch preso da una crisi di astinenza da bike dovuta a
una trasferta lavorativa, con l’inganno ci consiglia di percorre il 645 e poi il
609 in
direzione di Vagli.
Era molto meglio proseguire per Pradarena e
accontentarci di una discesa banale, invece questa nuova eplorazione ci regala
una frana difficilmente aggirabile….una marcatura sentiero non ottimale…un
errore nostro di sentiero…alcuni tratti ripidi da fare a piedi…discese troppo
tecniche visto che abbiamo le forze ridutte al lumicino.
Parte da parte mia l’incazzatura visto che ho un impegno
per cena e difficilmente sarò a casa per tempo.
Cercando di rimanere lucidi proseguiamo. Ritroviamo il
sentiero, camminiamo senza lamentarci, pedaliamo il più regolarmente possbile,
in parole povere non ci facciamo prendere dal panico e limitiamo i
danni.
Ore 18.50 siamo alla macchina, e facciamo subito
pace.
Sono cose che capitano….daltronde il fascino
dell’esplorazione include anche una buona di imprevisti, e forse è proprio
questo che andiamo noi a sfidare.
Stanchi morti arriviamo a casa.
La cena ?
45minuti di ritardo !! Tutti mi hanno compatito….e il
bello che solo a guardarmi hanno capito che l’imprevisto è stato un problema in
bici !!
Da ricordare i panorami
Da ricordare i profumi
Da ricordare tutti i funghi rossi con i puntini bianchi
visti oggi (alcuni grossi com dei piatti)
Da dimenticare il ritardo
Non dai….bellissima giornata !!
Enduro Castel del Rio
Ancora una volta rispondo al richiamo di una bella
escursione on bike sulle colline romagnole. Questa volta trattasi di gara
enduro, e le aspettative sono tante, visto che tutte le volte che sono state da
quelle parti ho sempre trovato discese belle toste e panorami
appaganti.
Per la prima volta li affronterò con una tabella
attaccata al manubrio, ma stranamente riesco a controllare la mia solita
agitazione, sarà forse che sono conscio dei miei grossi limiti e quindi
accetterò qualsiasi risultato.
Compagno di questa avventura è il mitico Fabione e poi
in loco incontreremo Carlo da Torino.
Viaggio tranquillo, autostrada fino a Imola poi su
costeggiando il Santerno.
Sono evidenti i segni della F1 (della sua storia) e
onnipresente anche il n°58…grande SIC
Appena arrivati è evidente il clima accogliente e
amichevole che ci accompagnerà tutto il giorno.
Facce nuove, poche facce conosciute che non mancano di
salutarmi…bella lì !! Dagli del gas !!
Riesco a partire assieme a Fabione e Carlo…solo 2minuti
da recuperare, e ci spariamo la salita assieme. Carlo mi dispensa di consigli,
Carlo ne sa un sacco !!
Non c’è caldo ma l’umidità è pazzesca, si suda con in
Agosto. Nella parte bassa c’è pure nebbia.
La lunga salita termina con un tratto off-road ma rimane
tutta nel bosco. Nella parte alta c’è il sole e un cielo
limpido.
Solo in uno spiazzo il bosco sia apre la visuale
e…meraviglia delle meraviglie..sotto di noi un mare di nuvole
!!
Matteo ricordati:
Mai senza macchina fotografica…anche in gara
!!
I tempi di risalita sono buoni. Riusciamo a riposarci
bene prima della partenza della PS1.
Parto deciso, tranquillo e bello
carico.
Il nuovo assetto della bike funziona. Posso ancora
migliorarlo.
La seconda risalita è la stessa di prima. Solo nella
parte alta si tiene la destra. Stavolta l’umidità è anche peggio, la salita è
più dura, mi bruciano gli occhi dal sudare e si respira poco ossigeno. Stavolta
la nebbia ci accompagna fino alla fine della salita, anzi, salendo si
intensifica, così alla partenza della PS2 ci troviamo in un bosco di abeti molto
fitto a tal punto da non fare passare la luce e nebbia fitta. Sembriamo un
mandria di anime in pena che vagano in un girone dantesco.
Qui c’è preoccupazione per tutti. Zero visuale
soprattutto nella prima parte dovre ci sarà da fare una stretto slalom tra le
piante, e soprattutto questo lato della montagna è bagnato !!
Riusciamo a riposare bene, e così velocemente arriva la
partenza di PS2…il “Pistino Masao”
Nella prima parte sono molto lento…procedo a tentoni
cercando di trovare la traccia fra il fettucciato che per fortuna è arancione.
Poi la nebbia cala, aumenta la velocità ma anche il bagnato. Non è un vero
fango, piuttosto un base viscida su cui fare scorre la bike.
Arrivo al primo salto, non conoscendolo lo aggiro e SBAM
mi si chiude il manubrio !! era meglio saltare !!
mi alzo proseguo senza farmi troppi problemi. 2/3 curve
e arriva un tratto ripido…sono forse agitato e SBAM mi si chiude nuovamente il
manubrio.
Mi alzo proseguo senza farmi troppi problemi…troppo
frenato ma arrivo alla fine.
Non mi sono piaciuto nella PS2…dovevo crederci di più,
con meno paura non sarei nemmeno caduto. Però quanto è bello il “Pistino Masao”
!!
Veloce trasferimento e ci ricompattiamo con Fabione e
Carlo all’inizio della PS3… la
DH !! il mio vero spauracchio.
Sono stanco ma non troppo…posso fare ancora la mia gara
e recuperare.
Parto tutto sommato tranquillo…qui le difficoltà
tecniche ci sono….2 punti troppo difficili per me…in altri ci arrivo molto
indeciso…tanti saliti ma io li aggiro perdendo tempo. Sicuramente qui patisco il
fatto che è la prima volta che percorro questa discesa….non mi sono piaciuto, ho
subito il percorso.
MA MI SONO DIVERTITO TANTO
Senza se ne ma…conoscere questa PS era
indispensabile
Anche oggi penso di aver imparato e a tratti ho visto
netti miglioramenti.
Sono molto contento anche nel vedere Fabione sempre più
competitivo, infatti il livello agonistico in Romagna è elevato, e nonostante
ciò ha raggiunto il podio. Complimenti Fabione
A livello agonistico la mia presatazione non è stata
felice. Anche se mediamente soddisfatto ritrovarsi in seconda pagina tra gli
ultimi non fa piacere….ma non sarà sempre così !!
Mi piacerebbe seguire altre tappe di questo trofeo
Romagnolo, se non le rimanenti del 2012 farne tante nel 2013
Vedremo
giovedì 13 settembre 2012
San Piero in Bagno
Ho già girato in zona San Piero in Bagno/Bagno di Romagna.
Ho fatto 2 volte lo stesso giro, una volta nel 2009 e l’altra nel 2010, e la
zona mi piace un sacco.
Quella parte di collina/montagna romagnola a ridosso del
parco delle foreste Casentinesi nasconde dei luoghi incantati. Panorami piccoli
borghi, chiese, ruscelli, cascate, dirupi…è un territorio non avoro di
sorprese.
Non per ultima c’è la possibilità di mangiare una tigella
romagnola degna di questo nome !!
Appena mi si offre l’opportunità, io sono pronto per partire
per quell’angolo di Romagna.
Fabione mi chiama per provare il percorso del SuperEnduro
che si disputerà il 16 Settembre. Io non riuscirò a assere presente alla gara
visto la concomitanza con la donazione del sangue, ma provare il percorso è
sempre un’occasione appetitosa.
2 Salite, 2 Discese. La prima salita e discesa l’ho già
fatta. La ricordo bella, a tratti esposta e soprattutto troppo tecnica per la
mia bici da XC. La seconda è per me inedita.
Sono molto curioso di vedere come si presentano i sentieri
romagnoli sotto le ruote della mia Lapierre.
Il meteo è molto variabile, ma ne io ne Fabione vogliamo
poltrire a casa, così si parte sotto il cielo grigio. Il viaggio è lunghino,
visto che c’è anche traffico, e a pochi km da S.Piero ecco che piove. La
pioggia però miracolosamente smette quando scendiamo dalla car per
l’appuntamento con i ridere locali.
Daniel e Federico si rivelano molto simpatici gentilissimi e
con un manico da paura.
Di buona lena e chiacchierando molto cominciamo a salire.
Sarà 1ora e 40 di salita, ma pedalabile se non per brevi strappi. La parte
finale è un crinale bellissimo, con panorama a 360°
Protezione e via giù subito per “La Becca”
La discesa è tecnica come ricordavo. 2/3 passagi sono troppo
Dh per me. Il terreno è buono, rocce scivolose ma niente fango. Io scendo con
prudenza, anche perché devo ancora modificare il set-up all’anteriore e i sassi
viscidi mi tengono in tensione, troppo !! Però mi diverto e fatico.
Danil ha un manico da vendere ! Anche Federico scende che è
una bellezza. Fabione è bravissimo a stargli a rota e copiare le traettorie.
La discesa finisce a Bagno di Romagna. Breve trasferimento a
S.Piero, dove cicli Fabione cambia il l’ammo….velocemente ? io resco a mala
pena a scrivere un paio di sms !!
Si riparte in salita.
La prima parte noiosa, poi dopo qualche km si lascia la
strada principale e si entra in un bel bosco.
2 Bimbi amici di Daniel ci affiancano con le loro piccole
bike e ci accompagnano per un poco. Bellissimo!!
Si sale tra laghetti di pesca e casette infilate nel bosco.
Quando si esce dal bosco c’è solo da attraversare un recinto
di mucche, e per fortuna che oggi non c’è il toro !! Mi dicono i local che è
sempre meglio vedere se il toro è tranquillo, visto che non lo è sempre….
??...!!
Adesso mancano pochi Sali-scendi su un altro bellissimo
crinale e si arriva all’inizio delle “Gallerie”. Sotto di noi la E45 con le sue
gallerie…appunto.
La discesa è più DH e più stancante. Non mancano 2 rilanci
faticosi, e 2/3 passaggi ostici. Solo l’ultimo è stato tracciato anche un
percorso easy….che poi tanto easy non è !!
Nel complesso anche questa discesa è troppo hard per me, in
almeno 3 punti, ma nel complesso mi è piaciuta tantissimo, e mi sono divertito
un sacco.
Manca solo la birra ibn compagni, la piada e si ritorna a
casa senza rinunciare all’immancabile coda estiva in autostrada.
Queste 2 discese le rifarò presto !! e a S.Piero ci tornerò
anche per vedere altri sentieri !!
lunedì 3 settembre 2012
Punta Veleno
Era da un poco che mi girava per la testa il desiderio di
trovare una discesa “degna” ad una mitica salita come Punta Veleno. Non è certo
raccomandabile un giro che ha solo 7km di salita e magari trovare una discesa
corta e ripida che alla fine ti distrugge e ha fatto circa 20km.
Però…..
Sulle mappe c’è un sentiero da provare. Convinco Alessandro
da VR a venire con me. Anche se lui fa pallavolo arrampica molto meglio di me e
in disesa mi stacca regolarmente…..”se riesco io tu non hai problemi…dai dai
!!”
Convinto !! Si parte !!
Di mattina presto per cercare di non scoppiare dal caldo.
Infatti la salita parte da quote molto basse, e anche se il lago mitiga il
clima, è tuttavia Agosto e quindi c’è caldo.
Parto con calma senza cadere nel tranello di cercare di
stare a ruota di Alle, che d'altronde diligentemente mi aspetta e nonostante la
salita micidiale parliamo (io molto affannosamente, lui tranquillo). Approfitto
anche di un paio di soste/telefonate di Alle per raffreddarmi.
L’intenzione di entrambi è di arrivare il meno possibile
stanche alla discesa, perché non sappiamo cosa ci aspetta e abbiamo poca
fiducia sul fatto che la discesa sia fluida e/o piacevole.
Poco prima della fine della salita (non viene fatto circa
l’ultimo km dove ci molla) sulla Sx parte il sentiero. Ci rinfreschiamo,
riposiamo, siamo comunque stanchi….è pur sempre una salita micidiale.
Partiamo tranquilli. Inaspettatamente la prima parte è Fluo,
non largo ma la traccia è ben evidente e non ripido. Non nascondo il mio
timore….non scendiamo !! Prima o poi scenderà in picchiata !!
Presto detto e presto fatto. In più è cambiato il terreno e
adesso sono sassi tipo Garda’s Style. Ci sono tornati, piccoli drop, tracce
rocciase dove decidere dove passare non è facile, brevi tratti veloci. Il
sentiero è tutto dentro ad un bosco fitto, quindi niente sole ma nemmeno niente
vista Lago. Molto molto stancante e non c’è un attimo per rilassarsi. Facciamo
soste ma comunque la stanchezza che si accumola è notevole. Un tratto ripido
(150m) con sassone smosso mi obbliga a scendere….sono cotto…tenere il manubrio
è sempre più difficile….le dita che tirano i freni friggono sempre più. Arrivare
al primo casolare è un solievo !!
Nel complesso non è una discesa divertente, ma tecnica e
impegnativa fisicamente, impegnativa anche per la bike.
Qui ci dividiamo. Alle a sx va verso Castelletto, io a dx
verso Cassone.
Ci siamo ritrovati nel normale proseguo del percorso del
Pellegrino, e ora con brevi Sali scendi arrivo non senza fatica a Cassone.
Per tornare ad Assenza farò circa 2km di asfalto, ma va bene
così, sono distrutto.
Passo davanti al circolo tennis dove quasi tutti i campi
sono occupati. Penso che quei tennisti siano pazzi a giocare con tutto questo
caldo !! poi guardo il GPS…leggo i km percorsi e il dislivello…il vero pazzo
sono io !!
Punta verleno off-road è sicuramente un giro da provare per
chi pratica l’All-Mountain. Una salita micidiale e una discesa micidiale…..che
bici usare ? Non è una domanda da poco, arrivare in fondo alla salita non è uno
scherzo nemmeno con una leggera bici da XC, e la discesa è per bike con grosse
escursioni e soprattutto con freni buoni.
Essere fisicamente pronti alla salita e anche alla discesa è
per pochi eletti.
Con questo non sto dicendo che sono pochi quelli che la
farebbero forte, bensì che fare tutta la salita senza mai scendere….montare le
protezioni (io non avevo per via del caldo) e partire a farsi tutta la discesa
senza mai fermarsi è un’impresa.
Difficle consigliare questo giro.
C’è chi non gradirà per niente la salita, chi non la
discesa, e chi dopo tutta la fatica fatta in salita desidererebbe una discesa
più divertente.
La mia idea è di rifarlo quest’autunno, allungando nella
parte finale portandosi all’arrivo della prima funivia dove partono sentieri carini
verso Malcesine, anche divertenti. Il giro diventa impegnativo con pochi km
percorsi, ma alla fine la sosta allo Speck Stube renderà la trasferta molto
molto interessante. Autunno è il periodo migliore visto le quote basse che
vengono raggiunte, e ancora si sta bene allo Speck Stube.
Il disastro di Luglio
Quanto soffra il caldo lo si denota anche dal fatto che ho
trascurato il Blog !!
Luglio 2012 è da ricordare per il gran caldo e di
conseguenza per me è stato grande crisi.
Correre non se ne parla nemmeno, bici basta calare il ritmo,
ma Luglio 2012 è stato anche particolarmente “sfortunato”, diciamo così.
Svitamento disco posteriore…giro interrotto dopo la prima
salita
Sostituzone del tendicatena per mio errore nel fare
l’ordine…mea culpa
Rottura catena dovuto ad una adattamento da fare nella
trasformazione in doppia….giro interrotto
Curva presa troppo allegramente e conseguente albero che mi
ha tatuato il collo orecchio e il ginocchio !! Una cartella mai vista !! è
andata bene che non ho avuto conseguenze più gravi. Comunque nell’urto ho
picchiato forte il manubrio (e anche un poco il casco appena comprato) non
vengono registrati danni alla bike se non una leva freno piegata.
Qualche giorno dopo la caduto vado a partecipare alla
Lessinia bike (mia unica gara XC dell’anno) e dopo la prima discesa mi ritrovo
con problemi alla bike dovuto all’urto del manubrio contro la pianta. Mi
ritrovo così il freno posteriore bloccato dopo qualche metro di discesa con
conseguenza forte vibrazione del carro posterriore e guaina del cambio
posteriore danneggiata che compretteva sia la cambiata che la regolare marcia.
Dopo 3/4 tentativi di risolvere sul campo i 2 problemi mi ritiro. Mi ritrovo
poi anche il disco danneggiato e da cambiare.
Foratura….ovviamente appena cominciato la discesa, montaggio
camera d’aria e proseguo “tranquillo”. Mi ritrovo po a casa anche il cerchio
bozzato (subito risistemato)
Basta no ??
La cosa che più mi rallegra è che per il calcolo delle
probabilità per un anno non avrò più nessun problema !!
Rimane di Luglio il bel giro sul Cusna e la bella uscita di
Montecreto. Non per ultimo ho chiuso il mio giro tra San Polo e Canossa dove
posso provare e allenarmi per il SuperEnduro
Montecreto c’era caldo e ho sofferto molto, ma fare 2
discese per me inedite come Berceto (conoscevo solo la parte alta) e il Pino
Solitario rende il giro fantastico. E poi girare attorno al Cimone a me piace
sempre molto !!
venerdì 27 luglio 2012
Pimpato la bike
Direi che per adesso possa bastare !
Mi ci è voluto un anno ma adesso sono a
posto.
Pimpare la bike è stato un piacere, e il piacere è stato
maggiore visto che ho scelto e montato io i componenti. Quasi tutti….ho avuto
qualche problema con il tendicatena.
Elenco le elaborazioni fatte nel 2012.
Manubrio Ritchey
bianco. Stessa larghezza del precedente e stesso rialzo. Sostituzione quasi
obbligata per avere la stessa larghezza in entrambe le bici, e quello di serie,
che era leggermente rovinato, è finito sulla Epic.
Cavi cambio Gore
Ride on. Per una maggior scorrevolezza e una manutenzione minore. In sincerità
per il cambio posteriore sono perfette, ma per il deragliatore non sono il
massimo visto lo strano giro che è obbligato a fare nel telaio e la sua rigidità
va a discapito della fluidità. Però finora mai regolato e funzionamento
impeccabile.
Reggisella
telescopico. Not4All molto economico ma sincero nel
funzionamento. Tutto meccanico per essere sicuro di non rimanere a piedi e per
facilitare la mia manutenzione.
Sella SDG, la mia
sella preferita. Modello Bell Air con punta ribassata per facilitare la salita.
Le selle SDG sono indistruttibili (non avete mai rotto una sella dopo una sola
scivolata?) e la
Zesty necessita di avere una posizione avenzata sulla sella
nelle salite più ripide. Adoro anche il confort e la durata di questa sella.
Colorazione Desert-Storm grigia…stupenda !!
Trasformazione in doppia con paracorona e tendicatena. È stata la trasformazione che
più mi ha fatto dannare. Dopo avere aspettato 2mesi per la corona del 38 e poi
non arrivata ho comprato una Sram che dovrebbe essere compatibile, ho scoperto
di aver sbagliato l’ordine del tendicatena. Aspettato quindi il tendicatena
giusto e montato il tutto, in cortile il funzionamento era impeccabile….in
salita mi ha sciancato la catena !! Ho così rilevato una inteferenza del
tendicatena con il deragliatore che piegava il primo e andava così in contatto
con la catena. Portata da Gravity games che in 1 ora mi ha taglaito/adattato il
tendicate, montato catena new e registrato il cambio. Grande Michele Pedroni
!!
a proposito….mega complimenti per il podio nel nazionale
DH !! Sticazzi !!! Insegnarmi qualche segreto ??
Non riguarda la bici, ma i guanti o’neal e il casco IXS sono così ben abbinati che è come
se fosse parte integrante del tealio.
Non dimentichiamo anche l’esborso per Gomitiere e Ginocchiere.
Adesso che ci penso….non ho finito !!
Manca
Pedali flat
Straitline (già ordinati) per migliorare e corregere i miei
errori nella guida (avere i pedali agganciati si compensano tanti errori!!) e
essere più sicuro con il bagnato.
Ruote più adatte a
copertoni più generosi….Mavic Crosmax SX bianchi ??
Pettorina, che è
obbligatoria per esordire alla Super-Enduro….sì perche è quello che voglio fare
nel 2013 e come ho appena dimostrato, ci vuole tempo per organizzarsi.
mercoledì 25 luglio 2012
Montecreto su e giù
La stessa cosa mi capita con il PC. Quando c’è caldo non
ho volgio di prendere il portatile e uscire di casa per scrivere, tanto meno
rimanere in casa al caldo !!
Ecco perché sono in ritardo, i mancano dei pezzi, ma non
andranno persi.
Intanto scriviamo dell’ultima mia bella
uscita.
Sabato 21 Luglio a Montecreto.
Basta una telefonata per mettermi d’accordo con
FabioAsch che è a Montecreto in vacanza.
Asch trascorre le vacanze da oramai 30 anni in quel di
Montecreto e quindi è da considerare un local.
Montecreto è un piccolo paese, carino e accogliente,
molto più intimo dei vicini Sestola e Fanano. È comunque in una posizione
strategica e dispone di impianti di risalita (che oggi funzionano) tanti
sentieri ben segnati, zone da funghi, strade gastronomiche accoglienti B&B e
ache un paio di alberghetti. Ingiustamente è un poco
“diementicato”
La zona non mi è del tutto sconosciuta. Sono circa 6
anni che non giro lì, ma ho fatto tante volte “il giro del Cimone” con nella
tasca posteriore le fotocopie della guida MTB delle valli modenesi. Le fotocopie
(variopinte di tratti di evidenziatore) erano il mio primo Garmin…che non
funzionava in caso di pioggia !!
Di buon ora siamo in sella, sono circa le
9.15
Subito si sale ma all’ombra del bosco. La strada è larga
e si chiacchiera molto. Asch ha già fatto 5 giorni/5giri in MTB tra modena e
Bologna…programmiamo già futurre uscite.
Dopo la prima parte di salita una breve disesa e si
raggiunge la forestale che non brevemente sale fino all’arrivo della funivia.
Anche se all’ombra la salita è durissima visto che non tira un filo d’aria e
manca completamente l’ossigeno.
La funivia è da pochi minuti funzionante, ancora nessun
Free-ride viene avvistato.
Ci dirigiamo quindi verso il lago della Ninfa facendo
alcuni strappetti duri.
In prossimità del lago ci fermiamo alla fontana per
mangiare…..ho una fame da lupi.
Bellissimo il lago e pieno di turisti. Salutiamo tutti e
veniamo immancabilemnte ricambiati con un saluto e un sorriso. Il parco giochi
dei bambini funziona alla grande e anche nei risto/bar si vede
gente.
Fabio fa di tutto per evitare l’asfalto….ma non è quello
che cercavo ?
Arriva la prima discesa flow/tranquilla bella ma molto
difficile da imboccare visto che non è tracciata. Mi diverte anche se
breve….quando manca alla discesa ? sono già stanco di salire.
Manca poco….il cimoncino è lì…attraversiamo le piste da
sci e ci portiamo verso la discesa di Berceto. Sono anni che non la faccio, e mi
è sempre piaciuta 1 sacco.
Berceto è un paese fanasta, orami non rimane che qualche
rudere invaso dai rovi.
Asch mi lascia scendere per primo, lui vuole farla con
calma. Io parto a schioppo…l’ho sempre fatto con bike da XC e adesso voglio
sfruttare tutta l’escursione che ho sotto al culo. Passano solo 10sec e mi gioco
un jolly in un canale di scolo !! Arriviamo nel tratto esposto molto
panoramico…qualche foto…scendo bene dove cominciano le roccie…attraverso il
pratone e da lì Asch mi indica a dx…come ? io sono sempre andato a sx
!!
“adesso comincia la parte più dura !!”
La notizia mi rallegra…..subito….pian…pian…piano
l’allegria lascia il posto alla stanchezza…rocce rocce e ancora rocce….trita
braccia….sono ora stanco e non allegro…ma molto soddisfatto. Tanto per capirci,
alla fine della discesa abbiamo fatto la seconda pausa tanto eravamo stanchi
!!
Oramai consco Fabio e se mi fa riposare vuol dire che ci
sarà da salire e anche duramente. Mi indica col dito “lassù” dove scollineremo e
torneremo verso Sestola.
La prima parte è asfalto, e ringrazio il cielo che non
c’è sole. Anche se non tira al caldo è una salita dura.
Comunque ci fermiamo a abbeverarci all’agriturismo Ca
Palazza…..poi sarà tutto off-road.
Salita…saliscendi…bosco….Pian del falco paradiso dei
free-rider…bosco….ancora bosco…poi comincia la discesa del “Pino Solitario”
La discesa “Pino solitario” fa già parte del bike park.
Salendo con la funivia di Montecreto non fai solo la primissima parte a meno che
non ha voglia di pedalare/spingere, secondo me ne vale la
pena.
Capisco da subito che sono stanco, meglio non
esagerare.
La discesa è per me bellissima, ma molto impegnativa
fisicamente. Ci fermiamo un paio di volte ma quando scendiamo andiamo lisci
senza jolly senza troppi problemi. Ottimo direi.
Arrivato in fondo sono esausto….forse non è
giornata…forse sono solo poco allenato.
L’idea iniziale era risalire con la funivia e fare
l’latra traccia che percorre parallelamente il Pino Solitario, cioè Rio
Canalone….ma chi me lo fa fare ?
Basta torno a casa !!
Ringrazio Fabio per il giro e per la pazienza che ha nel
sopportare un brontolone come me !!
Monte Baldo Telegrafo est
Faccio molta fatica a raccontare questo tour, ed è per
quello che ho aspettato tanto.
Speriamo che questa l’attesa mi permetta di dare giudizi
più meditati.
Premetto che è era un giro già mirato da tempo ma aveva
dei grossi punti di domanda:
1 La salita lunga lunghissima e tanto
dislivello
2 La prima parte a bassa quota e quindi soggetta al
caldo estivo asfissiante
3 La parte di crinale che forse/sicuramente non è
ciclabile e forse saranno presenti i tratti esposti.
4 La discesa Garda’s Style che non è sicuramente
facile.
Il perché l’ho fatto è presto detto
1 Non sono in forma, ma in estate spesso mi blocco
quindi meglio farlo adesso.
2 Non è ancora scoppiato il caldo
3 Sono pronto e rassegnato a fare porting…e poi non mi
dispiace.
4 Sono ottimista, difficile o no per buona parte mi
divertirò.
Fabio Asch ha programmato il tutto, e con noi c’è
Alessandro grande pedalatore e sempre sorridente, la compagnia per affrontare
questa piccola grande impresa è ottima.
Di buon ora siamo in sella, il caldo lo eviteremo
sicuramente.
La prima parte è un Sali-spiana-Sali da vigneti e
borgate, decisamente piacevole e sicuramente da ripetere in inverno almeno fino
a Malga Ime dove facciamo la prima pausa. Ci voleva, il dislivello fatto è già
tanto.
Si riparte a salire. Velocemente si esce dal bosco e il
panorama verso la pianura e l’altra sponda dell’Adige è bellissimo. Si vede
chiaramente che siamo scappati per tempo dall’afa padana (per chi no l’avesse
capito è un gioco di parole…visto che l’afa si vede dalla foschia che avvolge il
panorama che quindi non si vede chiaramente !!). Asch non smette di scattare
foto, io proseguo pian piano per risparmiare energie.
L’ultima (si fa per dire visto che manca ancora molto)
parte della salita si scavalca il crinale, quindi proseguendo verso il rifugio
Madonna della neve si vede anche il Lago di Garda…l’ha in fondo, visto che siamo
già a 1800m di quota. Per A pochi km dal rifugio vado in crisi e faccio varie
brevi soste perché arrivati al rifugio non sarà finita, ma anzi si comincerà a
camminare. La sosta al rifugio con panino ristoratore è preziosa come un’oasi
nel deserto !!
Riesco a riposarmi bene condividendo il mio panino con
un simpaticissimo cagnolino e ammirando le tette di una Russa che è salita con
la funivia….impossibile salire camminando con un peso così sbilanciato
!
Il resto della salita ci porterà fino al rifugio
Telegrafo, che per me è un mito visto che bazzico la zona del lago di Garda da
più di 15 anni e ho sempre visto le indicazioni ma mai l’ho visto. Prevedevo la
salita impossibile, almeno la prima parte, invece è molto dura ma a tratti
pedalabile (a fatica) e alternando tratti pedalati a tratti a spinta si sale
bene. Arrivati ad una specie di passo che è come un taglio tra le rocce comincia
la seconda parte che è tutto meno che pedalabile, non per la pendenza ma perché
molto esposto. Molto bello da vedere, ma la stanchezza è tanta. L’ultima rampa
al rifugio è 5min porting su una scalinata in forte pendenza!
Arrivati al rifugio Telegrafo !!
Devo ammettere che la posizione del rifugio merita tutta
la fama che ha. Attorno rocce, dirupi, vette, l’ha in fondo il lago…chissà che
spettacolo di notte con il cielo stellato!! Sinceramente la salita dopo Fiori
del Baldo non mi è piaciuta fatta in bike. Per me è solo da fare a
trekking.
Poco importa…adesso dobbiamo scendere…rimaniamo
concentrati e godiamoci la discesa dopo tutta questa fatica.
La prima rampa si fa in bici…poi è tanta tanta roccia
smossa…pezzi grossi…sentiero poco più largo della ruota….e esposto. Definirlo
ciclabile o divertente per me è sbagliato. È UN SENTIERO DOVE SOLO POCHI ELETTI
POSSONO DIVERTIRSI. MOLTO TRIALISTICO E POCA SICUREZZA. Provare per
credere.
Ci prende lo sconforto. Tante ore di salita, tanti
tratti a spinta e ancora piedi ? Speriamo nella seconda parte che dicono
divertentissima e nel bosco.
La seconda parte di discesa (all’inizio un piacevole
mangia e bevi) è fattibile in bici, ma monotona, per noi poco interessante.
Sbagliamo (siamo stanchi morti) l’ultimo bivio nel bosco. Cosa fare ? l’ultimo
tratto è definito molto difficile e ci obbliga a fare 3/4km in più di
statale…decidiamo di proseguire per forestale.
Non posso dire di essere arrivato felice in fondo alla
discesa, ma almeno siamo vicino alla macchina….credevo !! 10km di statale
pressoché spiana…NA PALLA MOSTRUOSA !!!
Arrivati alla macchina un bel “cinque” ce lo
meritiamo. 56 km 2000m circa di dislivello
Tiriamo le conclusioni
Era un giro che dovevamo provare. Non ci bastavano i
giudizi degli altri. Una certa soddisfazione nell’averlo fatto
rimane.
Sicuramente non lo rifaccio e non lo consiglierò a
nessuno.
La parte alta del giro è da fare a trekking, no on
bike.
La discesa è trialistica e solo gli specialisti del
genere possono apprezzare.
Giro mitico e comunque base di partenza per altri
itinerari simili. L’idea per un possibile giro è rifare la salita (più o meno è
ok) ma scender verso il lago/San Zeno.
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