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martedì 15 maggio 2012

Una bella storia

2 Week-end per provare la gara di Monte Duro, 2 gran sfaticate senza fare ne fondo ne km. È allenamento anche questo, certo, ma non il mio preferito, non dove provo le mie maggiori soddisfazioni.
Poi il giorno della gara c’è un clima infernale, vento e acqua e il percorso decisamente Hard fa sì che salti la gara !!
Praticamente ho soltanto voglia di fare una bella uscita lunga e magari in posti nuovi, il mese “intenso” di gare enduro è finito.
Tirando le somme di questo mese “race” direi che il mondo dell’enduro mi piace molto e avrà un mio seguito, continuerò ad attrezzarmi, metto in programma di fare altre gare dopo Agosto…e fare sul serio solo nel 2013 con il mio debutto in una prova del Superenduro PRO.
Ma basta parlare di gare e di programmi, ora è il momento di raccontare una bella storia.

UNA BELLA STORIA
Luglio 2011 ero nei monti Sibillini insieme ai ragazzi del MTB Tagliantino, stavamo facendo un tuor in MTB di 3 giorni in bike e quel giorno era la seconda tappa.
Si partiva dal rifugio Perugia in prossimità di Castelluccio di Norcia e si arrivava a Montefortino in provincia di Fermo.
La tappa doveva essere la più spettacolare del giro. Dopo la bellissima Castelluccio si saliva in quota oltre i 2000m e il paesaggio si apriva a 360°. Successivamente si scendeva  nell’orrido dell’Infernaccio, una strettissima gola scavata dal torrente Tenna. Doveva….appunto
Quel giorno il clima era infame, la nebbia mista pioggia ci accompagnò per tutto il giorno appena lasciammo Castelluccio. In quota la visibilità era limitata e faceva un grande freddo. Arrivati all’Infernaccio la nebbia si trasformò in acqua torrenziale e la stretta gola diventò un gigantesco imbuto dove i monti sovrastanti scaricavano tutta la l’acqua che avevano raccolto. La pioggia era così’ insistente che più di una volta ho dovuto asciugare lo schermo del mio GPS perché l’acqua impediva di vedere bene la traccia da seguire.
Il fascino della gola non era scalfito, ma la sistuazione era decisamente critica.
Proprio in prossimità dell’uscita della gola (un ponte naturale formatosi con la neve) mi accorgo di aver smarrito il GPS. Inutile tornare sui miei passi, inoltre avevamo voglia solo di arrivare alla fine tappa.
Il valore del GPS era limitato visto che era datato, ma quel rudimentale strumento mi aveva accompagnato in mille e oltre posti, senza limitarmi, e per questo io ero a lui affezionato. Ultima speranza era che un buon samaritano lo travasse, lo accendesse e dalla lettura dell’home page leggesse il mio numero di cellulare (ottima la mia idea) e mi chiamasse…..sperare…sperare.

Dicembre 2011
Come ogni inverno si approfitta di un pomeriggio per riordinare tutto il materiale della MTB.
Mi torna in mano il supporto del mio GPS smarrito. Oramai sono passati mese, e adesso nell’orrido ci saranno metri di neve (come un imbuto le montagne adiacenti scaricano la neve nella gola dove non batte mai il sole. Si accumulano così metri di nevi. L’acqua scaverò delle caverne per scorrere a valle e solo in estate inoltrata l’orrido sarà sgomberato totalmente dalla neve). Forse è stato trovato, forse no, ma oramai le speranze di ritrovare il mio Garmin sono svanite e già ho un nuovo più funzionale GPS installato sul manubrio.
Prendo il supporto e lo butto.

Fine Marzo 2012
È la settimana che precede l’Airon bike.
Durante la pausa pranzo mi arriva una chiamata da un numero sconosciuto. È normale durante questa settimana caotica ricevere telefonate da numeri sconosciuti visto che faccio parte dell’organizzazione.
Fatico a capire chi sia. Mi aspetto una chiamata di uno del Team, di uno sponsor, della protezone civile etc…”Scusa, ma tu da Ancona cosa mi stai chiedendo ? Devi venire alla gara?”
“che gara ? No no Ho ritrovato il tuo GPS !!”
“Guarda è impossibile…..l’ho perso l’anno scorso a Luglio !!”
“sì hai ragione l’ho ritrovato ad Agosto, ma non si accendeva. Solo adesso sono riuscito ad aggiustarlo e a vedere il tuo numero di cellulare”
 È tutto vero, d’altronde come poteva chiamarmi senza prima averlo acceso ?
Non finisco di ringraziarlo, la telefonata mi ha spiazzato, lui continua a chiedermi l’indirizzo per spedirmelo.
L’insistenza del ragazzo è imbarazzante. Già è stato così buono da chiamarmi, adesso vuole accollarsi le spese di spedizione senza neppure dubitare che venissero rimborsate, lui è convinto che al di la del telefono c’è una persona altrettanto onesta come lui.
È molto bello tutto questo, soprattutto per uno come me che non ha fiducia nel prossimo ma spesso si impegna per aiutare i pochi meritevoli (e continuo a ripetermi che ci devono essere…per forza ci devono essere) presenti nella nostra cinica società. Ora ne ho incontrato uno…un altro.
Riesco a farlo desistere….”guarda mi hai trovato in un periodo incasinato….ti faccio sapere come e dove spedirmelo.”
Sembra finita lì, invece no.

Mi viene un’idea.  
Voglio ringraziare in buon samaritano. Preparo un pacco da spedirgli. Una punta di Parmiggiano-Reggiano, una busta con 20Euro per spedirmi il GPS e una lettera con i miei ringraziamenti.

Dopo pochi giorni arriva il mio vecchio e malconcio Garmin.
Oltre al pacco una busta con scritto (a mano) “Grazie del formaggio è molto gradito….hai ragione, è sempre più difficile trovare gente onesta al mondo, ma visto che noi lo siamo perché non farlo fino in fondo ?? 20 euro sono troppi….bastavano 10” e ecco la banconota da 10 euro.

Se pensi che al mondo non ci siano persone che meritano la tua solidarietà stai sbagliando.
Forse sono pochi coloro che la meritano ma se tu non fai solidarietà loro non la riceveranno, non importa se la riceveranno anche i non meritevoli.

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