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venerdì 27 luglio 2012

Pimpato la bike

Direi che per adesso possa bastare !

Mi ci è voluto un anno ma adesso sono a posto.


Pimpare la bike è stato un piacere, e il piacere è stato maggiore visto che ho scelto e montato io i componenti. Quasi tutti….ho avuto qualche problema con il tendicatena.

Elenco le elaborazioni fatte nel 2012.


Manubrio Ritchey bianco. Stessa larghezza del precedente e stesso rialzo. Sostituzione quasi obbligata per avere la stessa larghezza in entrambe le bici, e quello di serie, che era leggermente rovinato, è finito sulla Epic.


Cavi cambio Gore Ride on. Per una maggior scorrevolezza e una manutenzione minore. In sincerità per il cambio posteriore sono perfette, ma per il deragliatore non sono il massimo visto lo strano giro che è obbligato a fare nel telaio e la sua rigidità va a discapito della fluidità. Però finora mai regolato e funzionamento impeccabile.


Reggisella telescopico. Not4All molto economico ma sincero nel funzionamento. Tutto meccanico per essere sicuro di non rimanere a piedi e per facilitare la mia manutenzione.


Sella SDG, la mia sella preferita. Modello Bell Air con punta ribassata per facilitare la salita. Le selle SDG sono indistruttibili (non avete mai rotto una sella dopo una sola scivolata?) e la Zesty necessita di avere una posizione avenzata sulla sella nelle salite più ripide. Adoro anche il confort e la durata di questa sella. Colorazione Desert-Storm grigia…stupenda !!


Trasformazione in doppia con paracorona e tendicatena. È stata la trasformazione che più mi ha fatto dannare. Dopo avere aspettato 2mesi per la corona del 38 e poi non arrivata ho comprato una Sram che dovrebbe essere compatibile, ho scoperto di aver sbagliato l’ordine del tendicatena. Aspettato quindi il tendicatena giusto e montato il tutto, in cortile il funzionamento era impeccabile….in salita mi ha sciancato la catena !! Ho così rilevato una inteferenza del tendicatena con il deragliatore che piegava il primo e andava così in contatto con la catena. Portata da Gravity games che in 1 ora mi ha taglaito/adattato il tendicate, montato catena new e registrato il cambio. Grande Michele Pedroni !!

a proposito….mega complimenti per il podio nel nazionale DH !! Sticazzi !!! Insegnarmi qualche segreto ??


Non riguarda la bici, ma i guanti o’neal e il casco IXS sono così ben abbinati che è come se fosse parte integrante del tealio.

Non dimentichiamo anche l’esborso per Gomitiere e Ginocchiere.


Adesso che ci penso….non ho finito !!

Manca

Pedali flat Straitline (già ordinati) per migliorare e corregere i miei errori nella guida (avere i pedali agganciati si compensano tanti errori!!) e essere più sicuro con il bagnato.

Ruote più adatte a copertoni più generosi….Mavic Crosmax SX bianchi ??

Pettorina, che è obbligatoria per esordire alla Super-Enduro….sì perche è quello che voglio fare nel 2013 e come ho appena dimostrato, ci vuole tempo per organizzarsi.

mercoledì 25 luglio 2012

Montecreto su e giù


Il problema è che quando il caldo mi toglie le forze. Riesce a demoralizzarmi e togliermi le energie. Non riesco più a uscire a piedi o ion bici come vorrei. E se mi sforzo peggioro la situazione. E quindi devo aspettare che si calmi il caldo o il mio corpo si abitui alla stagione.

La stessa cosa mi capita con il PC. Quando c’è caldo non ho volgio di prendere il portatile e uscire di casa per scrivere, tanto meno rimanere in casa al caldo !!

Ecco perché sono in ritardo, i mancano dei pezzi, ma non andranno persi.


Intanto scriviamo dell’ultima mia bella uscita.

Sabato 21 Luglio a Montecreto.


Basta una telefonata per mettermi d’accordo con FabioAsch che è a Montecreto in vacanza.

Asch trascorre le vacanze da oramai 30 anni in quel di Montecreto e quindi è da considerare un local.

Montecreto è un piccolo paese, carino e accogliente, molto più intimo dei vicini Sestola e Fanano. È comunque in una posizione strategica e dispone di impianti di risalita (che oggi funzionano) tanti sentieri ben segnati, zone da funghi, strade gastronomiche accoglienti B&B e ache un paio di alberghetti. Ingiustamente è un poco “diementicato”

La zona non mi è del tutto sconosciuta. Sono circa 6 anni che non giro lì, ma ho fatto tante volte “il giro del Cimone” con nella tasca posteriore le fotocopie della guida MTB delle valli modenesi. Le fotocopie (variopinte di tratti di evidenziatore) erano il mio primo Garmin…che non funzionava in caso di pioggia !!


Di buon ora siamo in sella, sono circa le 9.15

Subito si sale ma all’ombra del bosco. La strada è larga e si chiacchiera molto. Asch ha già fatto 5 giorni/5giri in MTB tra modena e Bologna…programmiamo già futurre uscite.

Dopo la prima parte di salita una breve disesa e si raggiunge la forestale che non brevemente sale fino all’arrivo della funivia. Anche se all’ombra la salita è durissima visto che non tira un filo d’aria e manca completamente l’ossigeno.

La funivia è da pochi minuti funzionante, ancora nessun Free-ride viene avvistato.

Ci dirigiamo quindi verso il lago della Ninfa facendo alcuni strappetti duri.

In prossimità del lago ci fermiamo alla fontana per mangiare…..ho una fame da lupi.

Bellissimo il lago e pieno di turisti. Salutiamo tutti e veniamo immancabilemnte ricambiati con un saluto e un sorriso. Il parco giochi dei bambini funziona alla grande e anche nei risto/bar si vede gente.

Fabio fa di tutto per evitare l’asfalto….ma non è quello che cercavo ?

Arriva la prima discesa flow/tranquilla bella ma molto difficile da imboccare visto che non è tracciata. Mi diverte anche se breve….quando manca alla discesa ? sono già stanco di salire.

Manca poco….il cimoncino è lì…attraversiamo le piste da sci e ci portiamo verso la discesa di Berceto. Sono anni che non la faccio, e mi è sempre piaciuta 1 sacco.

Berceto è un paese fanasta, orami non rimane che qualche rudere invaso dai rovi.

Asch mi lascia scendere per primo, lui vuole farla con calma. Io parto a schioppo…l’ho sempre fatto con bike da XC e adesso voglio sfruttare tutta l’escursione che ho sotto al culo. Passano solo 10sec e mi gioco un jolly in un canale di scolo !! Arriviamo nel tratto esposto molto panoramico…qualche foto…scendo bene dove cominciano le roccie…attraverso il pratone e da lì Asch mi indica a dx…come ? io sono sempre andato a sx !!

“adesso comincia la parte più dura !!”

La notizia mi rallegra…..subito….pian…pian…piano l’allegria lascia il posto alla stanchezza…rocce rocce e ancora rocce….trita braccia….sono ora stanco e non allegro…ma molto soddisfatto. Tanto per capirci, alla fine della discesa abbiamo fatto la seconda pausa tanto eravamo stanchi !!

Oramai consco Fabio e se mi fa riposare vuol dire che ci sarà da salire e anche duramente. Mi indica col dito “lassù” dove scollineremo e torneremo verso Sestola.

La prima parte è asfalto, e ringrazio il cielo che non c’è sole. Anche se non tira al caldo è una salita dura.

Comunque ci fermiamo a abbeverarci all’agriturismo Ca Palazza…..poi sarà tutto off-road.

Salita…saliscendi…bosco….Pian del falco paradiso dei free-rider…bosco….ancora bosco…poi comincia la discesa del “Pino Solitario”

La discesa “Pino solitario” fa già parte del bike park. Salendo con la funivia di Montecreto non fai solo la primissima parte a meno che non ha voglia di pedalare/spingere, secondo me ne vale la pena.

Capisco da subito che sono stanco, meglio non esagerare.

La discesa è per me bellissima, ma molto impegnativa fisicamente. Ci fermiamo un paio di volte ma quando scendiamo andiamo lisci senza jolly senza troppi problemi. Ottimo direi.

Arrivato in fondo sono esausto….forse non è giornata…forse sono solo poco allenato.

L’idea iniziale era risalire con la funivia e fare l’latra traccia che percorre parallelamente il Pino Solitario, cioè Rio Canalone….ma chi me lo fa fare ?


Basta torno a casa !!


Ringrazio Fabio per il giro e per la pazienza che ha nel sopportare un brontolone come me !!

Monte Baldo Telegrafo est

Faccio molta fatica a raccontare questo tour, ed è per quello che ho aspettato tanto.

Speriamo che questa l’attesa mi permetta di dare giudizi più meditati.

Premetto che è era un giro già mirato da tempo ma aveva dei grossi punti di domanda:

1 La salita lunga lunghissima e tanto dislivello

2 La prima parte a bassa quota e quindi soggetta al caldo estivo asfissiante

3 La parte di crinale che forse/sicuramente non è ciclabile e forse saranno presenti i tratti esposti.

4 La discesa Garda’s Style che non è sicuramente facile.


Il perché l’ho fatto è presto detto

1 Non sono in forma, ma in estate spesso mi blocco quindi meglio farlo adesso.

2 Non è ancora scoppiato il caldo

3 Sono pronto e rassegnato a fare porting…e poi non mi dispiace.

4 Sono ottimista, difficile o no per buona parte mi divertirò.


Fabio Asch ha programmato il tutto, e con noi c’è Alessandro grande pedalatore e sempre sorridente, la compagnia per affrontare questa piccola grande impresa è ottima.

16 Giugno
Di buon ora siamo in sella, il caldo lo eviteremo sicuramente.

La prima parte è un Sali-spiana-Sali da vigneti e borgate, decisamente piacevole e sicuramente da ripetere in inverno almeno fino a Malga Ime dove facciamo la prima pausa. Ci voleva, il dislivello fatto è già tanto.

Si riparte a salire. Velocemente si esce dal bosco e il panorama verso la pianura e l’altra sponda dell’Adige è bellissimo. Si vede chiaramente che siamo scappati per tempo dall’afa padana (per chi no l’avesse capito è un gioco di parole…visto che l’afa si vede dalla foschia che avvolge il panorama che quindi non si vede chiaramente !!). Asch non smette di scattare foto, io proseguo pian piano per risparmiare energie.

L’ultima (si fa per dire visto che manca ancora molto) parte della salita si scavalca il crinale, quindi proseguendo verso il rifugio Madonna della neve si vede anche il Lago di Garda…l’ha in fondo, visto che siamo già a 1800m di quota. Per A pochi km dal rifugio vado in crisi e faccio varie brevi soste perché arrivati al rifugio non sarà finita, ma anzi si comincerà a camminare. La sosta al rifugio con panino ristoratore è preziosa come un’oasi nel deserto !!

Riesco a riposarmi bene condividendo il mio panino con un simpaticissimo cagnolino e ammirando le tette di una Russa che è salita con la funivia….impossibile salire camminando con un peso così sbilanciato !

Il resto della salita ci porterà fino al rifugio Telegrafo, che per me è un mito visto che bazzico la zona del lago di Garda da più di 15 anni e ho sempre visto le indicazioni ma mai l’ho visto. Prevedevo la salita impossibile, almeno la prima parte, invece è molto dura ma a tratti pedalabile (a fatica) e alternando tratti pedalati a tratti a spinta si sale bene. Arrivati ad una specie di passo che è come un taglio tra le rocce comincia la seconda parte che è tutto meno che pedalabile, non per la pendenza ma perché molto esposto. Molto bello da vedere, ma la stanchezza è tanta. L’ultima rampa al rifugio è 5min porting su una scalinata in forte pendenza!

Arrivati al rifugio Telegrafo !!

Devo ammettere che la posizione del rifugio merita tutta la fama che ha. Attorno rocce, dirupi, vette, l’ha in fondo il lago…chissà che spettacolo di notte con il cielo stellato!! Sinceramente la salita dopo Fiori del Baldo non mi è piaciuta fatta in bike. Per me è solo da fare a trekking.

Poco importa…adesso dobbiamo scendere…rimaniamo concentrati e godiamoci la discesa dopo tutta questa fatica.

La prima rampa si fa in bici…poi è tanta tanta roccia smossa…pezzi grossi…sentiero poco più largo della ruota….e esposto. Definirlo ciclabile o divertente per me è sbagliato. È UN SENTIERO DOVE SOLO POCHI ELETTI POSSONO DIVERTIRSI. MOLTO TRIALISTICO E POCA SICUREZZA. Provare per credere.

Ci prende lo sconforto. Tante ore di salita, tanti tratti a spinta e ancora piedi ? Speriamo nella seconda parte che dicono divertentissima e nel bosco.

La seconda parte di discesa (all’inizio un piacevole mangia e bevi) è fattibile in bici, ma monotona, per noi poco interessante. Sbagliamo (siamo stanchi morti) l’ultimo bivio nel bosco. Cosa fare ? l’ultimo tratto è definito molto difficile e ci obbliga a fare 3/4km in più di statale…decidiamo di proseguire per forestale.

Non posso dire di essere arrivato felice in fondo alla discesa, ma almeno siamo vicino alla macchina….credevo !! 10km di statale pressoché spiana…NA PALLA MOSTRUOSA !!!

Arrivati alla macchina un bel “cinque” ce lo meritiamo. 56 km 2000m circa di dislivello


Tiriamo le conclusioni

Era un giro che dovevamo provare. Non ci bastavano i giudizi degli altri. Una certa soddisfazione nell’averlo fatto rimane.

Sicuramente non lo rifaccio e non lo consiglierò a nessuno.

La parte alta del giro è da fare a trekking, no on bike.

La discesa è trialistica e solo gli specialisti del genere possono apprezzare.

Giro mitico e comunque base di partenza per altri itinerari simili. L’idea per un possibile giro è rifare la salita (più o meno è ok) ma scender verso il lago/San Zeno.

mercoledì 11 luglio 2012

La prima al Bike Park

Bello e decisamente divertente.

Non lo consiglio a tutti. Bisogna prima aver perso il timore per la discesa, altrimenti faresti alla noia la pista facile (Blu) anche se rimane tutt’altro che rilassante.

In tutta sincertià prensavo di rimanere più colpito in positivo. In effetti non mi aspettavo una tecnicità così alta, infatti poco sono riuscito a rilassarmi. È anche questa esperienza !! La bike nuova da conoscere, i dischi dei freni così grandi che sembrano un piatto da pizza, caricare la bici in funivia…tutte novità che mi hanno aumentato l’agitazione iniziale. Basti pensare che arrivato alla fine della prima risalita mi sono accorto di aver lasciato in macchina le gomitiere e le ginocchiere !!

Una volta percorso ogni traccia sono stato molto più tranquillo, e voglioso di ripercorrerla.

In linea generale mi sono piaciute tutte le linee che ho fatto, ma mi sono trovato particolarmente a mio agio nella rossa chiamata Shinny Shark, che ha anche le piattaforme in legno tipo North Shore !!

Ottima la compagna di Ivan il Biond, che mi ha accompagnato/consigliato/rasserenato.



Note negative

1 Prezzo del noleggio 70euro. Ti invoglia a considerare un acquisto di un mulo usato

2 La polvere. Mi manca la mascherina che possa contenere i miei occhiali da vista !!

3 La funivia di Montecreto ancora non in funzione. Renderebbe il park veramente grande e le persone sarebbero maggiormanete distribuite e meno concentrate (mai avuto problemi di traffico)

4 Da migliorare la segnaletica per imboccare la linea giusta, le indicazioni ci sono solo una volta cominciata la discesa.

5 Il caldo



Note positive

1 Divertenti e tecniche adatte per migliorare la guida

2 Pian del Falco panino alla piastra grandioso + fontana x bere + sdraie per prendere il sole

3 Comodo il noleggio (2 centri disponibili) che fanno anche da meccanico

4 Lè bike noleggiate sono degli ottimi muli perfettamente funzionanti, che danno da subito confidenza e feeling

5 Le strutture Noth Shore non me le aspettavo….ottime averle vicino a casa !!

6 Ben segnalati i punti pericolosi e facilmente aggirabili

7 Nessun pazzo scatenato che ti mette a disagio. Il clima è di completo relax.

Lasciate la DH a voi che potete



Non mi rimane di tornarci per fare le linee che non ho ancora fatto, magari con i maestri Fabione e Antonio…..ma non subito…100 euro anche questa settimana non posso permettermelo.


Sabato tranquillo


Sabato tranquillo, prima del Bike Park

Con la scusa di non stancarmi troppo in vista della mia prima ad un bike park, e approfittando del temporale di ieri che forse ha portato del fresco, oggi uscita in solitaria la mattina in collina, San Polo.

Ore 9.00 in sella. Il temporale è stato intenso, e il terreno non si è ancora asciugato. Farò bitume (mal volentieri), ma devo pedalare visto che domenica scenderò e basta. Pian piano e constatando che all’ombra non si sta affatto male saliamo verso Canossa. Da subito capisco che non è giornata. Non c’è caldo afosa ma per me è già troppo così. Non importa, giriamo tranquilli e ci guardiamo attorno, per oggi va bene così.

Arrivato alla fontana di Grassano per mia somma felicità incontro il grandissimo Du Demon !!

L’energia che trasmette quell’animale è veramente contagiosa !!

Le 4 chiacchiere diventano anche 8, poi sappiamo che troppo fermi non possiamo restare e quindi lo lascio andare verso casa (lui pedala dalle 7, è decisamente in buona forma). Sarei stato fermo a parlare con lui per un’altra ora !!

Comunque una dritta me l’ha data…..in zona Canossa non è piovuto…si mangia la polvere.

Così salgoi a Canossa e a Cavandola finalmente sono off-road. Salgo fino all’acquedotto per spararmi la discesa giù fino a Casalino. La prima parte è bella tecnica e gioiosa !!

Anche se il fuoristrada mi ha alzato il morale non sono in giornata. Risalgo a Canossa e poi Rossena. Scendo al vecchio castello sotto Grassano e risalgo alle prime casa di Grassano bassa. Qui in mezza costa mi raccordo con la Costa che scende a Ciano. Nonostante le 2 rampe micidiali in discesa è bellissima.

Per oggi basta, meglio non strafare quando non si è in giornata.

Prendo il sentiero che prosegue verso S.Polo, ma da subito si vede che è baganto fradicio….basta prendere un paio di km di statale per non sporcare la bici.

L’orario è buono, i negozi sono ancora aperti…..vado al Madness e mi porto a casa il new casco !!! IXS per me bellissimo. Lo Specialized finisce definitivamente nella spazzatura dopo la craniata in salita data contro un ramo (lui non si è mosso !!) e rottura della calotta.

Domani di Bike Park !!


giovedì 5 luglio 2012

Il gigante dalla testa ai piedi

Quando Asch mi ha detto di essere intenzionato a fare un giro in bike sulla dorsale del Cusna e passare dalla vetta, ho sentito un fremito alla schiena.

Il Cusna non è una montagna e basta, non lo è per me, ma non lo è per molti altri.

Il Gigante che come ultimo atto della sua vita si è coricato per proteggere la val d’Asta dalle intemperie che arrivavano dal mare, ancora trasmette portezione, un abbraccio fraterno che consola e ti fa sentire a lui riconoscente.

Il gigante perché il profilo del Cusna vista dalla parte reggiana è simile ad una persona sdraiata, un Gigante appunto, con i piedi rivolti verso il Cimone (l’ha dietro c’è il Battisti) il petto gonfio dove arrivano (meglio dire arrivavano) le piste da sci, la vetta che è il naso a quota 2121.

Io e Asch studiamo e ci confrontiamo parecchio prima di decidere l’itinerario. La parte incognita è il crinale, dal Passone alla vetta, e anche la prima parte della discesa è incognita.

Partenza presto, meglio avere ore di luce per sicurezza, e il meteo ottimo. Non da sottovalutare il meteo, infatti il Cusna è spesso una spece di frontiere che nasconde le nuvole cariche di umidità che arrivano dal mare. Spesso queste nuvole avvolgono il crinale, e per noi questo sarebbe un problema. Protegge appunto i pastori della Val d’Asta e i loro greggi !!

Prima della 9 siamo in sella, io Asch e il Colonnello.

Nel primo tratto io navigo oramai a memoria. Percorriamo subito la strada asfaltata fino a pianvallese, poi il boschetto con i suoi tratti tecnici in salita, quest’anno tutto percorribile in sella. Arrivati alla forestale che viene da Civago il tempo di una pisciata e siamo alla sbarra, dove la salita più dura comincia a farsi sentire, ma senza tanti problemi siamo al Battisti per un torta party.

Il vero giro cominica qui, finora non ho mai guardato l’orario e non lo gurderò mai, si viaggia con la luce.

Fino al Passone è quasi tutta pedalabile, il panorama è bellissimo anche se l’umidità è pazzesca e limitata la visuale dell’orrizzonte.

Dopo il Passone io avevo previsto un lungo tratto a piedi in salita. Effettivamente in brevi tratti si può fare in bike, ma ci vuole uno sforzo enorme e il tratto di salita è tuttaltro che breve. Tra una foto e l’altra saliamo senza particolari problemi. La traccia è ben visibile e non ci sono punti esposti.

Salendo si sente il vento che fischi nei tubi della croce del Passone, come uno strumento musicale suona le sue note.

Pian piano il GPS arriva a segnare i 2000m slm. Ci siamo !!

Priam di arrivare al casotto delle oramai ex funivie di Febbio 2000 ci sarà da fare un breve pezzo con bici a spalla su pietroni, diciamo impegnativo ma non pericoloso. Il vento mi disturba facendomi perdere più di una volta l’equilibrio, ma è benedetto visto il caldo che c’è più in basso !!

Si prosegue ancora a piedi. Ora oltre a tutto l’appennino reggiano si vedono anche le apuane. Senza lamentarci proseguiamo percorrendo il tratto meno ripido (quasi una scalata che con la bike diventa molto pericoloso) e arrivamo all’ultimo tratto su un ripido pratone.

L’euforia mi prende e non mi rendo conto di aver lasciato Asch e il Colonnello più in basso a fare foto e godersi il panorama.


Quanti ricordi
Quanti ricordi
Quanti ricordi

Arrivo

C’è una madonnina che non ho mai visto. La croce è sempre la stessa. Sono stremato….mi siedo dopo aver accarezzato la madonnina e la croce. Mi emoziono.

Rimango 10 minuti da solo, a pensare, a ricordare.



Il cusna….forse la mia porta per il paradiso ??

Non so…..ma lo sento così vicino !!



Solo solo non lo sono. Ci sono tanti escursionisti sul crinale, anche sulla croce. Ci guardano con stupore, forse alcuni con ammirazione, forse ci prendono per matti, forse ci invidiano, ma sicuramente non passiamo inosservati.

Cercheremo di non disturbare nessuno durante la discesa.

La sosta sul Cusna è lunga, anche se i mosconi presenti sono insopportabili. Spiego al colonnello (di origine Marchigiane) che da noi le chiamamo “mosche da merda” per la loro abitudine di stare….ci siamo capiti…e lui risponde che dalle loro parti le chiamano piccioni visto quanto sono grandi !!

 Guardi avanti….vedi una traccia che scende…nitida…lunga e dritta…vedi fino al Passo Cisa…vedi tutto il tratto di discesa da fare….come un binario che sparisce all’orizzonte.

Uno sballo. Mai troppo tecnica, mai pericolosa. In alcuni tratti per evitare tratti di roccia è possibile circunavigarli lungo i ripidi pratoni rischiando il capottone ma ottimo !!!

L’ultimo tratto prima dei prati di Sara e il taglio della forestale è bellissimo !!

è assolutamente da fare!!

Sosta all fontana del passo Cisa.

Il sentiero prosegue oltre la fontana. È questo un’eplorazione. Lo studio delle cartine ci diceva che saremmo arrivati a metà del 625 che dai prati di Sara arriva a Casalino. Non vogliamo fare il 625 per intero, perché dai prati è difficile e poco divertente. Pultruppo c’è un errore sulle cartine, ma lo scorpiremo sono 2 giorni dopo. Infatti il sentiero comincia a salire, ripido, ci costringe a piedi. C’ èanche una frana da passare con una fune che ci permette di attraversare un pietrone (quando c’è bagnato è pericoloso). Cammina cammina e arriviamo ai Prati di Sara….torniamo. Mi prende lo sconforto. Sono stanco e non ho voglia di scendere di quota e patire caldo.

Ci consultiamo e dopo mia insistenza ci dividiamo. Loro 2 faranno il 625 fino a Casalino, poi montecagno e la lunga salita fino al Cisa con la prima parte al sole !!

Io no…percorro a piedi i Prati. Passo accanto ad un gregge di cavalli che si strngono a cerchio attorno ai loro puledrini. Risalgo in bici, qualche Sali scendi e arrivo a ritorna re sulla strada percorsa in precedenz scndendo dalla vetta del Cusna.

Se prima la discesa è stata divertentissima questa volta lo è stat di più.

Faccio i tagli della forestale. La rpima parte fluo con vari appoggi e salti, poi diventa sassai con piccoli passaggi trialistici. Si esce dal sentiero a soli 2km dal rifugio Monteorsaro dove mi aspetta una birra fresca !!

Ma la discesa non è finita. Parto a cannone, passo il paese a me molto famigliare….la casa di Gino…della Giuseppina…la casa dove c’era il cane alano che era più alto di me (ero un bimbo)….la casa di Massimo, la prima ad avere il telefono…la piazza e la chiesa…la casa di gianfredo…l’altra casa di Gino dove ricomincia il sentiero 609. Lo percorro veloce e tranquillo nello stesso momento e in breve sono a Roncopianigi. Salgo in peschiera per rinfrescarmi alla fontana e visto che sono in anticipo rispetto agli altri 2 ritorno a Rescadore dal bosco anche se mi costringere a scendere spesso dalla bike, ma perché fare asfalto ??

Finora abbiamo fatto solo 2/3km iniziale e poi basta !!

Sicuramente da fare…da migliorare. Rimane un punto fermo la discesa bellissima che dalla vetta scende ai prati, passa nei pressi del passo Cisa, prosegue fino a 2km dal rifugio Monteorsaro e dopo il paese il 609 a Roncopianigi. Alternativa è prima del Rifugio scendere direttamente a Peschiera rifugio Zamboni).

Valeva la pena fare una discesa dietro al Battisti prima di salire al Passone, oppure vedere di proseguire la discesa da Roncopianigi a Febbio paese, ma non penso che esista.

 Grazie a Asch e al Colonnello…questo giro ci voleva proprio !!

Le foto !! Sono ancora sulla macchina fotografica !! A breve saranno su Facebook