AM è la parola giusta per descrivere questa piccola
grande avventura.
All Mountain…tutta montagna….salite…discese…a piedi..sui
pedali…rifugi zero…panorami da urlo, ma ciclabilità limitata.
Perché farlo ??
Semplicemente per scoprire posti nuovi, testare sentieri
mai provati, subire il fascino dell’esplorazione, soffrire e resistere, godere
dei profumi e colori che solo l’autunno in alta montagna può
regalare.
Ligonchio è la base di partenza, per la precisione Laghi
nel campo da calcio dove c’è anche una fontana.
Artefice del giro FabioAsch, in nostra compagnia
l’innominabile.
Ore 9.15 si parte sui pedali e l’aria fresca del mattino
non raggiunge i 10°.
Prima tappa è rifugio Rio Re dove troviamo
inaspettatamente un elevato numero di macchine che si sono inoltrate su questa
carraia per andare a funghi. Di solito è un posto desolato, invece oggi pullula
di gente, cacciatori e fungaioli, qualche escursionista come d'altronde lo siamo
noi.
Dopo il rifugio si comincia a spingere. Qui era
previsto, ma comunque già mi rendo conto che il mio stato di forma non è dei
migliori e si preannuncia una giornata dura.
Saliti sul crinale l’ambiente circostante è splendido,
io continua a seguire i miei compari cercando di risparmiarmi (non mi fido di
loro !! Oggi mi faranno morire !!). Dopo un breve ma divertente discesa
risaliamo un poco e arriviamo a Passo Pradarena. Il rifugio, il Caval Bianco.
Come al solito è stupendo…non l’ho mai visto con la neve…chissà se in
futuro…
Qui decidiamo il giro. Finora tutto è ok. Mentre
mangiamo decidiamo di fare la parte incognita visto che la bella giornata perché
non approfittare ?
Partiamo verso il Cerreto ma poco dopo deviamo sulla sx
per scendere sul versante Toscano.
Procediamo con fatica. Frequenti sono gli strappi molto
dei quali da fare a spinta.
Alcuni li facciamo in bike (almeno in parte), altri
tratti il sentiero è stretto e scavato che difficilmente riusciamo a pedalare
visto che le pedivelli toccano il terreno o gli arbusti. Procediamo con lentezza
e sprecando tante energie. L’ambiente circostanze è però molto
bello.
Ci accompagnano dei cavalli
E la luna
Non manca la sosta pranzo
Procediamo molto lentamente fino ad arrivare alla
discesa in prossimità del monte Tondo che si preannuncia
bella.
La discesa è più bella del previsto. La prima parte si
corre su un letto di foglie, con drop naturali, alcuni tornantini stretti ma la
bici derapa facilmente sul letto di foglie. La seconda parte cambia deciamente
il ritmo diventando molto rock and roll.
Abbiamo perso tutto il dislivello fatto finora.
Risaliamo per 8km su forestale. Salita tranquilla ma
oramai è pomeriggio e le forze cominciano a diradarsi. Appena prima del rifugio
(Rifugio monte Tondo) si apre una specie di balcone sulla Garfagnana.
Spettacolo.
Il rifugio è pultroppo chiuso.
Mangiamo tutto ciò che è
negli zaini ed è commestibile, almeno in apparenza. Io mangio 3 barrette ai
cereali. Una barreta era oramai scolorita…forse era nello zaino dall’anno
scorso…forse era la cosidetta razione Kappa, la scorta da utilizzare in caso di
emergenza, ma ho troppa fame.
Ripartiamo su una ripida rampa così che in 10min abbiamo
sprecato tutta l’energia recuperata durante la sosta al rifugio. Ancora porting
e torniamo sul sentiero fatto precedentemente.
Ora seguiamo il sentiero al contrario. In questo senso è
molto più pedalabile. La vista tutt’attorno è ancora spettacolo. Arrivati in
prossimità del Passo Pradarena…il fattaccio !!
Il fattaccio !!
Asch preso da una crisi di astinenza da bike dovuta a
una trasferta lavorativa, con l’inganno ci consiglia di percorre il 645 e poi il
609 in
direzione di Vagli.
Era molto meglio proseguire per Pradarena e
accontentarci di una discesa banale, invece questa nuova eplorazione ci regala
una frana difficilmente aggirabile….una marcatura sentiero non ottimale…un
errore nostro di sentiero…alcuni tratti ripidi da fare a piedi…discese troppo
tecniche visto che abbiamo le forze ridutte al lumicino.
Parte da parte mia l’incazzatura visto che ho un impegno
per cena e difficilmente sarò a casa per tempo.
Cercando di rimanere lucidi proseguiamo. Ritroviamo il
sentiero, camminiamo senza lamentarci, pedaliamo il più regolarmente possbile,
in parole povere non ci facciamo prendere dal panico e limitiamo i
danni.
Ore 18.50 siamo alla macchina, e facciamo subito
pace.
Sono cose che capitano….daltronde il fascino
dell’esplorazione include anche una buona di imprevisti, e forse è proprio
questo che andiamo noi a sfidare.
Stanchi morti arriviamo a casa.
La cena ?
45minuti di ritardo !! Tutti mi hanno compatito….e il
bello che solo a guardarmi hanno capito che l’imprevisto è stato un problema in
bici !!
Da ricordare i panorami
Da ricordare i profumi
Da ricordare tutti i funghi rossi con i puntini bianchi
visti oggi (alcuni grossi com dei piatti)
Da dimenticare il ritardo
Non dai….bellissima giornata !!
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