Faccio molta fatica a raccontare questo tour, ed è per
quello che ho aspettato tanto.
Speriamo che questa l’attesa mi permetta di dare giudizi
più meditati.
Premetto che è era un giro già mirato da tempo ma aveva
dei grossi punti di domanda:
1 La salita lunga lunghissima e tanto
dislivello
2 La prima parte a bassa quota e quindi soggetta al
caldo estivo asfissiante
3 La parte di crinale che forse/sicuramente non è
ciclabile e forse saranno presenti i tratti esposti.
4 La discesa Garda’s Style che non è sicuramente
facile.
Il perché l’ho fatto è presto detto
1 Non sono in forma, ma in estate spesso mi blocco
quindi meglio farlo adesso.
2 Non è ancora scoppiato il caldo
3 Sono pronto e rassegnato a fare porting…e poi non mi
dispiace.
4 Sono ottimista, difficile o no per buona parte mi
divertirò.
Fabio Asch ha programmato il tutto, e con noi c’è
Alessandro grande pedalatore e sempre sorridente, la compagnia per affrontare
questa piccola grande impresa è ottima.
Di buon ora siamo in sella, il caldo lo eviteremo
sicuramente.
La prima parte è un Sali-spiana-Sali da vigneti e
borgate, decisamente piacevole e sicuramente da ripetere in inverno almeno fino
a Malga Ime dove facciamo la prima pausa. Ci voleva, il dislivello fatto è già
tanto.
Si riparte a salire. Velocemente si esce dal bosco e il
panorama verso la pianura e l’altra sponda dell’Adige è bellissimo. Si vede
chiaramente che siamo scappati per tempo dall’afa padana (per chi no l’avesse
capito è un gioco di parole…visto che l’afa si vede dalla foschia che avvolge il
panorama che quindi non si vede chiaramente !!). Asch non smette di scattare
foto, io proseguo pian piano per risparmiare energie.
L’ultima (si fa per dire visto che manca ancora molto)
parte della salita si scavalca il crinale, quindi proseguendo verso il rifugio
Madonna della neve si vede anche il Lago di Garda…l’ha in fondo, visto che siamo
già a 1800m di quota. Per A pochi km dal rifugio vado in crisi e faccio varie
brevi soste perché arrivati al rifugio non sarà finita, ma anzi si comincerà a
camminare. La sosta al rifugio con panino ristoratore è preziosa come un’oasi
nel deserto !!
Riesco a riposarmi bene condividendo il mio panino con
un simpaticissimo cagnolino e ammirando le tette di una Russa che è salita con
la funivia….impossibile salire camminando con un peso così sbilanciato
!
Il resto della salita ci porterà fino al rifugio
Telegrafo, che per me è un mito visto che bazzico la zona del lago di Garda da
più di 15 anni e ho sempre visto le indicazioni ma mai l’ho visto. Prevedevo la
salita impossibile, almeno la prima parte, invece è molto dura ma a tratti
pedalabile (a fatica) e alternando tratti pedalati a tratti a spinta si sale
bene. Arrivati ad una specie di passo che è come un taglio tra le rocce comincia
la seconda parte che è tutto meno che pedalabile, non per la pendenza ma perché
molto esposto. Molto bello da vedere, ma la stanchezza è tanta. L’ultima rampa
al rifugio è 5min porting su una scalinata in forte pendenza!
Arrivati al rifugio Telegrafo !!
Devo ammettere che la posizione del rifugio merita tutta
la fama che ha. Attorno rocce, dirupi, vette, l’ha in fondo il lago…chissà che
spettacolo di notte con il cielo stellato!! Sinceramente la salita dopo Fiori
del Baldo non mi è piaciuta fatta in bike. Per me è solo da fare a
trekking.
Poco importa…adesso dobbiamo scendere…rimaniamo
concentrati e godiamoci la discesa dopo tutta questa fatica.
La prima rampa si fa in bici…poi è tanta tanta roccia
smossa…pezzi grossi…sentiero poco più largo della ruota….e esposto. Definirlo
ciclabile o divertente per me è sbagliato. È UN SENTIERO DOVE SOLO POCHI ELETTI
POSSONO DIVERTIRSI. MOLTO TRIALISTICO E POCA SICUREZZA. Provare per
credere.
Ci prende lo sconforto. Tante ore di salita, tanti
tratti a spinta e ancora piedi ? Speriamo nella seconda parte che dicono
divertentissima e nel bosco.
La seconda parte di discesa (all’inizio un piacevole
mangia e bevi) è fattibile in bici, ma monotona, per noi poco interessante.
Sbagliamo (siamo stanchi morti) l’ultimo bivio nel bosco. Cosa fare ? l’ultimo
tratto è definito molto difficile e ci obbliga a fare 3/4km in più di
statale…decidiamo di proseguire per forestale.
Non posso dire di essere arrivato felice in fondo alla
discesa, ma almeno siamo vicino alla macchina….credevo !! 10km di statale
pressoché spiana…NA PALLA MOSTRUOSA !!!
Arrivati alla macchina un bel “cinque” ce lo
meritiamo. 56 km 2000m circa di dislivello
Tiriamo le conclusioni
Era un giro che dovevamo provare. Non ci bastavano i
giudizi degli altri. Una certa soddisfazione nell’averlo fatto
rimane.
Sicuramente non lo rifaccio e non lo consiglierò a
nessuno.
La parte alta del giro è da fare a trekking, no on
bike.
La discesa è trialistica e solo gli specialisti del
genere possono apprezzare.
Giro mitico e comunque base di partenza per altri
itinerari simili. L’idea per un possibile giro è rifare la salita (più o meno è
ok) ma scender verso il lago/San Zeno.
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